Banca Ifis sempre più digitale, per estrarre valore dagli NPL

Parla Silvia Lodi, head of Legal Affairs & Litigation Department della banca che gestisce crediti deteriorati per 25,4 miliardi con un ricorso sempre maggiore alla digitalizzazione

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Silvia Lodi, head of Legal Affairs & Litigation Department Banca Ifis

Alla ricerca del valore, Banca Ifis diventa sempre più digitale. L’istituto, uno dei principali player nel mercato italiano dei crediti deteriorati – il portafoglio di proprietà del Gruppo equivale a 22,9 miliardi di euro di valore nominale a cui si aggiungono 2,5 miliardi di euro in gestione conto terzi per un ammontare complessivo di 25,4 miliardi di euro (valore nominale) – sta mettendo in pratica gli obiettivi del suo business plan 2022-2024, divenuti ancora più sfidanti nel mutato scenario dei mercati, innescato dalla guerra in Ucraina e dall’impennata di inflazione e dei tassi d’interesse.

“Tra i principali punti di forza del nostro piano c’è proprio la continua digitalizzazione del business”, spiega Silvia Lodi, dal 2020 responsabile Affari Legali e Contenzioso NPL e da qualche mese Head of Legal Affairs & Litigation Department della banca, dove è entrata 13 anni fa e per la quale ha seguito in prima persona la nascita e lo sviluppo del segmento dei crediti deteriorati.

Il perché della crescente attenzione alle nuove tecnologie informatiche è presto detto: i portafogli NPL di Banca Ifis sono prevalentemente unsecured, e sono relativi a oltre 2.2 milioni di debitori. Sono crediti di piccolo importo il cui recupero delle somme, tra vie giudiziali e stragiudiziali, è impegnativo e abbinato a un’intensa attività di customer care e indirizzato alla reinclusione finanziaria della persona. La possibilità di realizzare il loro valore intrinseco è strettamente condizionata dall’efficienza dell’azione di recupero, che per numeri così elevati deve necessariamente assumere dimensioni “industriali”. E qui entra in gioco la digitalizzazione.

ll business plan si propone di utilizzare a fondo la leva delle nuove tecnologie che consentono di coniugare approccio industriale sempre più efficiente con la ricerca di soluzioni più adatte al singolo debitore, accelerando rendendo più frequenti i contatti con i debitori, favorendo così il dialogo per concordare soluzioni sostenibili di rientro, utilizzando robotics e intelligenza artificiale per automatizzare la verifica dei pagamenti e meglio profilare i clienti. Ma non solo: la piattaforma digitale di Banca Ifis è anche al servizio del recupero legale dei crediti così da velocizzare l’intero processo.

Con i nuovi strumenti digitali, Banca Ifis si prepara ad affrontare le nuove sfide di un business in continua crescita, quello dei crediti deteriorati, di cui si occupa da un oltre un decennio. Fino allora – ricorda Lodi – l’istituto veneziano concentrava la propria attività nel factoring, prima come finanziaria e poi, dal 2002, come banca specializzata nel finanziamento alle PMI. “Nel 2011 con l’acquisizione di Toscana Finanza – continua Lodi – siamo entrati nel mercato dei crediti deteriorati. Siamo partiti dal credito al consumo per poi allargarci al bancario”.

È un percorso di crescita intrecciato alla sua carriera professionale. Il mio percorso lavorativo è iniziato nei primi anni 2000. Dopo la laurea in giurisprudenza ho lavorato come avvocato presso uno studio legale specializzato nel diritto bancario, seguendo quindi come professionista banche e intermediari finanziari. In tale contesto, più per coincidenza che per scelta, ho maturato la mia grande passione per il diritto bancario, e il desiderio di mettere a frutto tale esperienza in ambienti diversi dallo studio legale mi ha fatto approdare nel 2009 in Banca Ifis.

Da allora sono cresciuta all’interno di Ifis ricoprendo nel tempo svariati ruoli di profilo legale e specializzando la mia esperienza nel mondo delle Non Performing Exposures, realtà in cui sono presente dal 2012. Mi sono occupata della creazione di varie unità organizzative di taglio legale come l’Ufficio Reclami, il Contenzioso, Affari Legali Npl e da ultimo Legal Network, avendo il privilegio di ricoprire ruoli trasversali ma estremamente specialistici all’in- terno di un settore, quello dei crediti deteriorati, che riveste sempre più un importantissimo e delicato ruolo strategico in ambito economico, finanziario e sociale.

Di che si occupa in concreto? Gestisco una struttura che fornisce, attraverso tre distinte unità organizzative, supporto legale in diversi ambiti e si innesta in tutte le fasi del processo: dall’acquisizione alla gestione dei portafogli di crediti deteriorati, dando un efficace contri- buto al business con cui operiamo in perfetta sinergia.

I team sono composti da professionisti legali. Legal Affairs si occupa della predisposizione e redazione della contrattualistica a supporto del mondo NPL. Supportiamo il business nella definizione e negoziazione dei contratti di acquisto, di cessione di portafoglio, di contratti di servicing e di fornitura. Ci occupiamo, inoltre, di affiancare il business nella redazione dei format necessari per il recupero del credito giudiziale e non. L’attività viene svolta in prima persona, senza il supporto di studi legali esterni. Negli anni abbiamo acquisito una specializzazione tale che abbiamo visto essere premiante. L’altra struttura è Litigation NPL, che si occupa del contenzioso di merito che, in alcuni casi, sorge dal recupero giudiziale.

Attivando giudizialmente i crediti con decreto ingiuntivo, infatti, in determinate circostanze vengono proposti giudizi di opposizione. Si giunge, pertanto, a cause vere e proprie che vengono gestite dal team supportato, a sua volta, da una rete di professionisti presenti su tutto il territorio italiano. Il terzo team, nato da pochi mesi, è Legal Network che opera per tutte le società del Gruppo Banca Ifis e coordina la rete di legami che le singole società hanno con il mondo legale, ciò attraverso il convenzionamento, il monitoraggio e il mantenimento delle relazioni con i professionisti legali.

Questo stretto legame tra mondo legale ed economico è uno dei tratti distintivi e sicuramente un punto di forza di Ifis che dà valore aggiunto alla gestione dei crediti, ma allo stesso tempo, permette alle persone che vi partecipano di affrontare costantemente nuove sfide senza cadere nella monotonia.

Una novità recente che può impattare direttamente sul mercato dei crediti deteriorati riguarda la riforma della giustizia, inclusa tra gli obiettivi del PNRR. Qual è il vostro giudizio nel merito? I cardini della riforma sono principalmente due: digitalizzazione e innovazione, che oltre a riguardare trasversalmente tutte le riforme del PNRR, diventano un aspetto centrale nel progetto di riforma della giustizia. Non posso che vedere entrambi favorevolmente. Per sostenere una crescita profittevole, Ifis ha definito un piano industriale basato su diversi pilastri tra cui proprio lo sviluppo della digitalizzazione.

“Sono previsti, in tre anni, 76 milioni di euro di nuovi investimenti in tecnologia digitale e un team dedicato per accelerare l’innovazione”

Ove possibile cercheremo di creare dei processi digitalizzati. La digitalizzazione serve sia a velocizzare e semplificare i processi che a creare database che possono essere utilizzati anche in futuro. Chiaramente il connubio tra quanto detto e una digitalizzazione del dato proveniente dai Tribunali potrebbe portare ad ottimi risultati in termini di efficienza, di affidabilità per il mercato e di competitività. Ad oggi è stato introdotto il processo civile telematico ma i dati, sebbene in alcuni casi presenti, sono difficilmente fruibili in modo diretto e analitico, quando invece sarebbe un enorme beneficio per gli operatori del settore detenere dati ufficiali e certificati, ciò sia in termini di intrinseco valore che di efficienza gestionale.

Altro obiettivo importante del Pnrr è quello di ridurre i tempi della giustizia individuando momenti di dialogo con la controparte volti ad individuare una risoluzione stragiudiziale della controversia. Si è acquisita la consapevolezza che il processo giurisdizionale non è l’unico strumento a disposizione delle parti per ottenere giustizia. Io sono assolutamente favorevole e vedo il tema cruciale per quei paesi come l’Italia dove la durata del processo ha assunto dimensioni patologiche. Certo bisogna capire come il piano verrà effettivamente realizzato. Adesso ci sono sistemi alternativi di risoluzione delle controversie lungamente discussi nel PNRR come l’arbitrato, la mediazione e la negoziazione assistita. Ci sono molti più momenti in cui queste soluzioni possono essere adottate.

Bisognerà però vedere la loro praticabilità. La mediazione già oggi è condizione di procedibilità del giudizio ma viene scarsamente sfruttata nel mondo del recupero dove i debitori cercano di spostare più in là nel tempo il momento del pagamento e per questo. Per rendere efficace lo strumento bisognerebbe prevedere delle modalità incentivanti e volte a far comprendere i vantaggi di una giustizia che sappia mediare i conflitti senza esasperarli.

 Infine nell’ultimo periodo c’è un tema, quello della sostenibilità, che è entrato di prepotenza nel mondo delle imprese. Ma come, quel termine, può essere declinato da chi si occupa di crediti deteriorati? Sul fronte della sostenibilità nel segmento Npl, Banca Ifis – come da piano industriale 22-24 presentato a febbraio – ha sempre adottato un approccio volto alla reinclusione finanziaria di famiglie e persone e sta ulteriormente investendo sul modello di recupero per renderlo ancora più etico e sostenibile. L’obiettivo è quello di essere un punto di riferimento nel mercato per il modello di recupero NPL in chiave customer assistance, attraverso una collection sostenibile ovvero capace di conciliare le attività di recupero con le esigenze del debitore.

Come? Con piani di rientro per rate e debito sostenibili; con la capacità di conciliare una soluzione di rientro attraverso un dialogo aperto e costanti attività di monitoraggio dei comportamenti della rete di recupero, interna ed esterna.