Abi, crescono i finanziamenti alle famiglie (+1%). In aumento anche i prestiti scaduti o sconfinanti. Giù le sofferenze

I dati emergono da un approfondimento Abi realizzato sulla base dei dati della Banca d'Italia. Nel secondo trimestre 2023, si riducono rispetto al trimestre precedente, le sofferenze e le inadempienze probabili

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In Italia in media nella prima metà di quest’anno (giugno 2023) si sono chiesti meno prestiti (-2,4%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Tuttavia la situazione dei finanziamenti concessi varia in base al territorio preso in considerazione. Mentre al Sud si registra un aumento dello 0,5%, nelle Isole i prestiti si confermano sullo stesso valore dello scorso anno, mentre sono in diminuzione nel Nord-Ovest (-1,3%), nel Nord-Est (-2,2%) e nel Centro Italia (-5,0%). A rivelarlo è un approfondimento realizzato dall’Abi, l’Associazione bancaria italiana, sulla base dei dei dati appena pubblicati dalla Banca d’Italia.

Nelle regioni i finanziamenti crescono a giugno 2023 rispetto a giugno 2022 in Molise (+1,4%), Campania (+1,1%), Puglia (+0,4%), Sardegna (+0,4%), Basilicata (+0,3%). Le riduzioni più elevate si registrano in Valle d’Aosta (-8,5%), Lazio (-6,0%), Friuli-Venezia Giulia (-5,7%), Provincia autonoma di Trento (-5,1%).

In calo i finanziamenti alle imprese (-3,4%) e in aumento quelli alle famiglie (+1%)

Vanno giù i prestiti alle imprese: -3,4 % a livello nazionale; -3,4% nel Nord-Ovest; -3,6% nel Nord-Est, -5,1% nel Centro, -0,4% nel Sud e -1,1% nelle Isole. Le regioni con un segno positivo sono il Molise (+4,0%), la Campania (+1,1%), Provincia autonoma di Bolzano (+1,5%).

Crescono, invece, i finanziamenti alle famiglie. A livello nazionale aumentano su base annua a giugno 2023 dell’1% e in tutte le diverse aree territoriali: +0,6% nel Nord Ovest, +0,8% nel Nord Est, +1,0% nel Centro, +2,0% nel Sud e +1,5% nelle Isole. I tassi di crescita più elevati dei finanziamenti alle famiglie si registrano in Puglia (+2,5%) e in Campania (+2,1%), in riduzione nella provincia di Trento (-1,0%), nelle Marche (-0,8%), Valle d’Aosta (-0,5%), Liguria (-0,4%).

Si riducono le sofferenze, ma vanno su i prestiti scaduti

Se si considera la qualità del credito, nel secondo trimestre del 2023, a livello nazionale e nelle singole aree territoriali si registrano riduzioni rispetto al trimestre precedente delle sofferenze e delle inadempienze probabili. Tuttavia sono in aumento i prestiti scaduti o sconfinanti, primo segnale di un peggioramento della qualità del credito che interessa tutte le diverse aree di Italia. Sul totale delle sofferenze, 14,4 miliardi di euro sono riconducibili alle imprese, 2,6 miliardi per mutui per acquisto abitazioni e 1,2 miliardi per credito al consumo.

Il rapporto sofferenze su impieghi è più elevato nelle regioni del Mezzogiorno, 2,2%, rispetto all’1,2% del totale Italia, 0,9% nel Nord e 1% nel Centro: i valori più elevati si registrano In Calabria (2,4%), in Sicilia e Sardegna con 2,3%; il livello più basso (0,6%) in Trentino-Alto Adige. Se si considerano le sole imprese, il rapporto sofferenze su impieghi sale in Italia al 2%, al 3,4% nel Mezzogiorno, all’1,5% nel Nord e al 2,7% nel Centro Italia.

Fonte: ufficio stampa Abi