Tutte le tipologie di imprese, nel terzo trimestre dell’anno (tra luglio e settembre) si sono confermate prudenti nella richiesta di credito: -0,2% per le società di capitali e + 0,6% per le imprese individuali. La domanda torna dunque ai livelli pre-pandemici. Le imprese preferiscono attingere le proprie riserve per affrontare le spese correnti. Lo rivela Crif sulla base del suo sistema di informazioni creditizie Eurisc.
L’andamento delle richieste di credito
Nel terzo trimestre stabile la domanda di credito, con un aumento minimo del + 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Mentre le società di capitali registrano una minima flessione (-0,2%), le imprese individuali balzano un minimo in avanti (+0,6 %).
I settori con maggiore richiesta di credito: svettano in cima alla classifica servizi, commercio e costruzioni, seguiti dal comparto manifatturiero e dall’agricoltura. Si richiedono soprattutto piccoli importi entro i 5000 euro e oltre i 50.000 euro.
La domanda latente
“Le imprese preferiscono attingere alle proprie riserve – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif – per affrontare le spese correnti, e posticipare così piani di investimento di lungo periodo. Teniamo conto, però, che esiste una domanda latente che emerge dal nostro osservatorio ESG Outlook, e che individua in quasi il 60% delle imprese livelli medio-bassi di adeguatezza ESG. Questo significa che gli istituti di credito dovranno spingere su questa leva per intercettare il bisogno delle imprese a raggiungere i livelli ESG richiesti dall’Europa”.
Fonte: ufficio stampa Crif