NPL e impatto sociale: la sfida di MyCredit. Il ceo Mirko Tramontano: “La lavorazione dei crediti deteriorati può essere etica”

La società ha messo a segno il mese scorso la cartolarizzazione di Brenta Spv, del valore di 190 milioni di euro. Ora delinea i propri orizzonti futuri

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Mirko Tramontano, ceo MyCredit

È una giovane società bresciana, specializzata nel valorizzare asset e portafogli NPL e UTP Secured. Tuttavia MyCredit punta a differenziarsi dalla concorrenza in base ai propri valori e ad un approccio diverso ai crediti deteriorati. Più concreto ma anche etico. In che modo? Lo abbiamo chiesto al suo ceo, Mirko Tramontano.

Serve un ‘bagno di realtà’ per capire meglio gli NPL

“MyCredit – spiega a BeBankers.it – è nata nel 2019 come spin-off di un’altra azienda, la New Credit Management di cui ero amministratore e socio. Nello specifico dalla cessione di un suo ramo d’azienda. Anche se la società è recente, il gruppo di lavoro si occupa di questi temi già dal 2011. MyCredit ha una forte specializzazione, in particolare, sui crediti ipotecari e il suo obiettivo è colmare il gap esistente tra il mondo finanziario, che si occupa di numeri, accantonamenti di bilancio, cartolarizzazioni di crediti e l’economia reale. Talvolta esiste infatti, a nostro avviso, uno scostamento della finanza con l’economia reale. Un distacco molto evidente, che porta a risultati spesso non entusiasmanti nel recupero dei crediti o nella monetizzazione degli investimenti effettuati”.

Per migliorare la situazione serve quasi un approccio “da dottore”, spiega l’amministratore delegato. Analizzare i sintomi, rintracciare le cause del problema e dopo curare la malattia con maggiore consapevolezza. “La differenza – prosegue Tramontano – a nostro avviso, è la conoscenza che si ha dell’economia reale sottostante, rispetto ai crediti su cui si opera. Abbiamo dunque sviluppato una forte specializzazione nell’analisi dei sottostanti immobiliari. Dunque nella conoscenza del mutuatario, del debitore, e dell’origine stessa del problema per cui è sorto il credito deteriorato. Questo costituisce la nostra peculiarità rispetto alle altre società che gestiscono oggi gli NPL”.

“Inoltre – aggiunge – MyCredit investe capitale proprio. Più che un servicer, è un investitore primario nel mercato del credito. Mettendo soldi nostri siamo responsabilizzati rispetto a chi gestisce capitale per conto terzi. Perciò lo amministriamo nel migliore dei modi. E poi puntiamo alla mitigazione del rischio dell’investimento del capitale. Miriamo alla certezza che questi soldi siano ben garantiti e che vadano a produrre quanto abbiamo promesso. Infine, un’altra differenza rispetto agli altri operatori è che già nelle analisi dei crediti deteriorati, prima ancora di acquisirli, non abbiamo un approccio esclusivamente statistico ma procediamo con una visione del sottostante fatta ‘asset per asset’, una conoscenza di ogni singola posizione debitoria. Toccare con mano la realtà concreta, costa di più ma serve a comprendere il reale valore del bene”.

A novembre scorso una cartolarizzazione da 190 milioni

MyCredit ha messo a segno il mese scorso la cartolarizzazione di Brenta Spv, del valore di 190 milioni di euro, con la partecipazione di Gardant nel ruolo di servicer. Si trattava di crediti deteriorati ceduti da un primario gruppo bancario con l’adesione di 27 banche dello stesso gruppo, oltre che di crediti ceduti da un altro veicolo di cartolarizzazione.

Per la società è stata l’operazione di maggior valore. “Quest’anno è stato importante – sottolinea Tramontano – perché ci ha permesso di passare a grandi numeri e superare le nostre prospettive di investimento. Il mercato sta valorizzando e ci sta dando riscontri positivi grazie all’approccio che stiamo mantenendo. Nel tempo abbiamo conquistato la fiducia delle banche cedenti, nell’affidarsi a noi come partner cessionario. Inoltre, la raccolta di capitale che realizziamo, grazie alla trasparenza del nostro operato, ci sta portando buone soddisfazioni nella fase di raccolta”.

‘Tendere la mano’ al debitore è possibile: così la gestione NPL diventa più etica

Tuttavia, la sfida futura maggiore di MyCredit è puntare sulla qualità anziché sulla quantità. “A differenza di altri operatori di mercato, più legati al massivo – mette in chiaro il ceo – noi non puntiamo alla crescita di masse, o almeno, non solo. Preferiamo mantenerci su una crescita sana, e non forte ed esplosiva, perché il nostro vero obiettivo è la qualità di lavorazione dei crediti sottostanti”.

Un altro obiettivo sfidante è generare un forte impatto sociale con il proprio operato. “La lavorazione degli NPL – conclude Tramontano – deve iniziare ad avere ripercussioni positive sulla società. Dietro un investimento nel mercato del credito deteriorato non c’è solo il capitale, ma ci sono aziende e famiglie in forte difficoltà. Debitori in condizioni di fragilità. Avere un approccio sano a questo recupero, cercando, per quanto possibile, di riportare ‘in vita’ o comunque dare un’opportunità diversa a queste persone fa bene dal lato economico e anche da quello umano”.

Come si fa a tendere la mano ai debitori in difficoltà? “Se consideriamo loro alla stregua di clienti, e li guidiamo nelle difficoltà possiamo ricavare soddisfazioni e imprimere un segno positivo sulla società. Il fatto che ci sia una remunerazione dell’investimento non significa che questa non debba essere etica, che debba andare a discapito del debitore. È necessario adottare una politica che aiuti i debitori. Un esempio concreto: realizzando buoni accordi transattivi con il debitore per andare incontro all’altra parte, apprezzati e di valore, non solo economico”.