Bankitalia: nel 2023 in calo la domanda di credito delle imprese. Cresce invece il credito al consumo

I dati dell'ultima indagine della Banca d’Italia sull’andamento della domanda e dell’offerta di credito e della raccolta bancaria nelle diverse ripartizioni geografiche per il primo semestre 2023

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L'edificio Bankitalia di via delle Quattro Fontane a Roma, del tutto ristrutturato per ospitare oltre 500 dipendenti del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria

Nel primo semestre dello scorso anno si è registrata una contrazione della domanda di prestiti delle imprese in tutte le aree del Paese, in particolare al Centro. Ad eccezione dei comparti manifattura ed edile nel Mezzogiorno, dove è rimasta stabile. La richiesta di mutui da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni invece, si è indebolita al Centro, ma torna a crescere la domanda di credito al consumo. I dati emergono dall’ultima edizione dell’indagine territoriale della Banca d’Italia (Regional Bank Lending Survey, RBLS) sull’andamento della domanda e dell’offerta di credito e della raccolta bancaria nelle diverse ripartizioni geografiche per il primo semestre dell’anno appena concluso.

Nel primo semestre una contrazione del credito

La rilevazione, condotta nel mese di settembre su 243 banche, riproduce in larga parte le domande contenute nell’analoga indagine realizzata dall’Eurosistema. Nel primo semestre del 2023, in un contesto generale di rialzo dei tassi di interesse e di rallentamento congiunturale, si è intensificata la riduzione della domanda di credito delle imprese in tutte le aree del Paese. La contrazione ha riguardato tutti i settori nelle varie macro-aree. Sul calo delle richieste di finanziamenti da parte delle imprese – si legge nello studio pubblicato nella collana Economie regionali – ha inciso la diminuzione delle esigenze per finanziare gli investimenti e per la copertura del capitale circolante.

Al Nord e al Centro hanno inciso anche le minori esigenze per la ristrutturazione delle posizioni debitorie pregresse. Nello stesso periodo le politiche di offerta di credito alle imprese si sono irrigidite. L’inasprimento ha riguardato soprattutto il settore edilizio (fig. a2); i criteri sono diventati ancora più selettivi nella manifattura e, dopo la sostanziale stabilità del semestre precedente, sono stati irrigiditi anche nei servizi. La maggiore prudenza delle banche si è manifestata attraverso una riduzione delle quantità concesse e un aumento degli spread applicati sulle posizioni giudicate più rischiose. A ciò hanno contribuito la maggiore percezione del rischio da parte degli intermediari e l’incremento dei costi della provvista.

S’indebolisce la domanda di mutui

Nel primo semestre del 2023 la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni si è ulteriormente indebolita, soprattutto al Centro. Le richieste di crediti per finalità di consumo sono invece tornate ad aumentare, in misura meno accentuata nel Nord Est.

I criteri di offerta dei prestiti alle famiglie si sono irrigiditi in tutte le aree del Paese. Gli intermediari hanno segnalato un peggioramento delle condizioni applicate in termini di diminuzione del rapporto tra l’ammontare del prestito e quello dell’immobile a garanzia (loan-to-value ratio), aumento dello scoring interno minimo richiesto per l’accesso al credito e incremento dell’entità delle garanzie richieste a sostegno dei prestiti; i margini mediamente applicati alla clientela si sono invece lievemente ridotti.

La maggiore selettività da parte delle banche è riconducibile ai più elevati costi della provvista e all’accresciuta percezione del rischio sulle prospettive economiche. Per il credito al consumo si è osservato un aumento della selettività in tutte le aree del Paese, con condizioni di indebitamento divenute più restrittive soprattutto al Centro e nel Mezzogiorno.