NPL, il Financial Stability Board loda l’Italia per i progressi degli ultimi anni: “Esempio per altre giurisdizioni”

In una recente relazione l’organismo internazionale analizza i fattori che hanno consentito al nostro Paese di portare i crediti deteriorati dal picco di 360 miliardi di euro del dicembre 2015 ai 63 miliardi di euro di giugno 2023

0
166

Il Financial Stability Board (FSB) elogia l’Italia per i suoi recenti progressi nella riduzione dei crediti deteriorati nel settore bancario. L’organismo internazionale, istituito durante il G-20 di Londra del 2009 per promuovere la stabilità finanziaria internazionale grazie allo scambio di informazioni tra banche e autorità di vigilanza, in una sua recente peer rewiev, sottolinea i risultati degni di lode del nostro Paese.

L’FSB si concentra in particolare su tre aspetti:

  • le misure contabili, regolamentari e di vigilanza realizzate a supporto della gestione degli NPL nei bilanci delle banche;
  • le misure volte a facilitare un solido mercato secondario per la rimozione dei crediti deteriorati dai bilanci bancari, in particolare il meccanismo di garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie (GACS)
  • e infine le misure volte a migliorare l’efficienza del quadro giuridico in materia di esecuzione forzata, ristrutturazione del debito e insolvenza.

Dall’analisi emerge che le autorità italiane hanno ottenuto risultati significativi nella riduzione dei crediti deteriorati sui bilanci bancari dal picco di 360 miliardi di euro del dicembre 2015 ai 63 miliardi di euro di giugno 2023. Al risultato positivo della riduzione degli NPL – prosegue la relazione – hanno contribuito diverse misure contabili e regolamentari, la stretta collaborazione tra le autorità nazionali e lo sviluppo del mercato secondario degli NPL, l’introduzione di un sistema di garanzia statale sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie oltre alla revisione delle procedure di ristrutturazione ed esecuzione giudiziale e stragiudiziale.

L’esempio italiano nella gestione NPL

L’Italia costituisce un esempio per il Financial stability board. Secondo Ryozo Himino, presidente del Comitato permanente per l’attuazione degli standard (SCSI) dell’FSB: “L’impegno delle autorità italiane per affrontare gli elevati livelli di NPL, profuso nei settori della regolamentazione, vigilanza, contabilità, lo sviluppo di un mercato secondario e la riforma dei processi giudiziari forniscono un utile contributo al quadro di riferimento per altre giurisdizioni che potrebbero trovarsi ad affrontare problemi simili in futuro”.

Per quanto riguarda le esposizioni UTP sul totale dei NPL netti delle banche, invece, si fa notare come siano cresciute negli ultimi anni, passando dal 52% nel 2014 al 64% nel 2022. Anno in cui gli UTP hanno rappresentato il 50% delle cessioni complessive di NPL. Pertanto – ammonisce l’FSB – questo portafoglio richiede considerazioni e competenze diverse.

I suggerimenti per il futuro

La relazione evidenzia che sia possibile adottare ulteriori misure per preservare questi risultati e continuare migliorare l’ecosistema per la gestione degli NPL nel settore bancario. Si consiglia, in particolare, che le autorità italiane promuovano il mercato secondario dei crediti deteriorati e lo monitorino da vicino e in modo più approfondito. Inoltre la Banca d’Italia dovrebbe continuare a rafforzare la vigilanza sugli organismi più rilevanti, compresi i servicer.

Per far fronte alla lunga durata delle procedure di esecuzione, la relazione consiglia di:

– aumentare le risorse e il personale dei tribunali, in particolare quelli che si trovano ad affrontare i maggiori arretrati;

–  rafforzare la specializzazione dei tribunali in questioni commerciali e, ove possibile, in materia di insolvenza ed esecuzione forzata;

–  portare a termine la digitalizzazione in corso del sistema giudiziario, con l’introduzione di un sistema di tracciabilità elettronica che consentirebbe il monitoraggio dei tribunali le prestazioni dei tribunali e di stabilire incentivi adeguati;

– infine monitorare attentamente il sistema di insolvenza, ristrutturazione ed esecuzione forzata e garantire che raggiunga gli obiettivi prefissati, fornendo risorse umane sufficienti e una formazione adeguata degli esperti coinvolti.