Se il prestito è concesso ad una donna, il rischio di credito è minore. Le donne infatti si rivelano più attente alla gestione finanziaria, più prudenti e meno inclini ai rischi. A rivelarlo è un’indagine di Banca Ifis, che mostra un andamento più virtuoso del NPL ratio, se declinato al femminile. Lo studio “Mercato delle transazioni NPL e industria del servicing” condotto a livello nazionale, indica al 3,8% NPL ratio delle donne, ovvero l’incidenza dei volumi in sofferenza sui prestiti concessi, a fronte del 6,2% degli uomini. L’NPL ratio delle donne è anche di poco superiore a quello dei prestiti co-intestati che beneficiano del “double income”.
Le donne richiedono meno prestiti e li onorano meglio
A onor del vero va evidenziato come solo il 23% dei finanziamenti bancari sia rivolto alle donne, che rappresentano il 51% della popolazione: i dati sono stati ricavati da Banca Ifis su database statistico della Banca d’Italia. Gli uomini accedono invece al 37% dei prestiti. Mentre un 40% dei finanziamenti è cointestato. Se guardiamo ai prestiti in sofferenza, in particolare, solo il 26% è relativo alle donne, contro il 59% dei prestiti intestati agli uomini.
La minore “rischiosità” dei prestiti concessi alle donne trova riscontro in tutte le regioni e si accentua al Sud. L’NPL ratio delle donne, infatti, a livello nazionale si attesta su una media del 3,8%. Se andiamo a guardare le singole aree del territorio le meno prudenti si rivelano le donne meridionali (con un NPL ratio del 6,4%), seguite dalle abitanti del Centro Italia (4%) e per ultime le residenti al Nord della Penisola (2,7%).
L’andamento territoriale è simile anche per l’NPL ratio maschile, che a livello nazionale è al 6,2%: più alto al Sud (9,3%), segue il Centro (6,4%) e infine troviamo il Nord (4,7%). Stesso discorso per i prestiti cointestati: la media italiana è del 3,9% ma al Medidione il rischio cresce (5,6%) per poi ridursi al Centro (3,9%) e calare ancora di più al Nord (3,1%).