Boom di fallimenti in Giappone: a febbraio il crac di oltre 700 aziende

Per la prima volta in 8 anni le cifre delle imprese giunte al tracollo sono così elevate nel Paese del Sol Levante

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Insegne nel quartiere Shibuya, a Tokyo

Sono tempi duri per le imprese giapponesi, a causa dell’inflazione, ma anche dell’aumento dei costi. E così le aziende che dichiarano il fallimento sono sempre di più. A febbraio 2024 il numero di fallimenti aziendali in Giappone è salito a quota 712. Non si raggiungeva un numero così elevato da otto anni, come rileva la società di ricerca sul credito Tokyo Shoko Research Ltd.

“È molto probabile che il numero dei fallimenti aumenterà, soprattutto tra le aziende più piccole che vedono un aumento delle vendite senza profitti visto che sono previsti aumenti dei salari e di altri costi”, ha rivelato un funzionario della Tokyo Shoko Research.

Rispetto al 2023 la cifra è aumentata del 23,3%. A guidare il trend negativo sono le imprese di servizi e del settore costruzioni in un contesto di aumento dei materiali e del costo del lavoro. Il numero di fallimenti legati all’inflazione, compresi i casi in cui le aziende non sono riuscite a trasferire i costi più elevati sui clienti, è aumentato a 57 dai 41 dell’anno prima, principalmente nei settori manifatturiero e dei trasporti che comprendono molti subappaltatori. Il totale delle passività delle società fallite è cresciuto del 44,5% a 139.596 milioni di yen.