Private equity e venture capital, Aifi: nel 2023 in calo la raccolta e le operazioni

Negli ultimi si registra un'inversione di tendenza che fa ben sperare per il 2024. Gli operatori internazionali continuano ad investire in Italia

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Nel 2023 si è ridotta del 36% rispetto all’anno precedente la raccolta del private equity e venture capital: 3.772 milioni di euro (di cui 2.502 milioni raccolti sul mercato), rispetto ai 5.920 milioni del 2022. I dati provengono dall’analisi sul mercato italiano del capitale di rischio condotta da AIFI, l’Associazione italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt in collaborazione con PwC Italia – Deals.

Secondo lo studio gli operatori che nel 2023 hanno svolto attività di fundraising sono stati 35, mentre erano 49 l’anno precedente. I fondi raccolti sul mercato hanno soprattutto una provenienza italiana (83%), mentre il peso di quella estera è stato del 17%. Le Regioni che investono di più sono Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte ed Emila Romagna. Il 21% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza (522 milioni di euro), seguiti dalle banche (13%, 332 milioni) e dai fondi di fondi privati (11%, 270 milioni).

Gli investimenti in private equity, venture capital e infrastrutture sono drasticamente (-66%) calati: nel 20223 si sono investiti 8.162 milioni di euro, nel 2022 erano 23.659 milioni. Anche le operazioni si sono ridotte: sono state 750 rispetto alle 848 del 2022 (-12%). Nel 2023 l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 1.730 milioni di euro, in calo del 61% rispetto ai 4.398 milioni dell’anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 99, il 15% in meno rispetto alle 117 del 2022.

“In linea con il contesto internazionale anche il mercato italiano nel 2023 mostra una contrazione di tutti i principali indicatori” sottolinea Francesco Giordano, Partner di PwC Italy. “La mancanza di grandi investimenti nelle infrastrutture e la carenza di debito per le grandi operazioni di buy out sono i principali fattori che hanno caratterizzato il mercato 2023. Negli ultimi mesi si nota una inversione di tendenza che fa ben sperare per il 2024. Sempre molto forte l’interesse degli operatori internazionali che continuano ad investire ed avere presenza stabile nel nostro Paese”.