Crescono gli investimenti italiani in progetti fintech: se nello scorso biennio la spesa è stata di 600 milioni di euro (nel 2021-22), in questo biennio (2023-24) sarà invece di 901 milioni. La stima proviene dall'”Indagine fintech nel sistema finanziario italiano”, la quarta indagine conoscitiva sul tema condotta dalla Banca d’Italia. Inoltre dal 2025 sono previste ulteriori spese per 380 milioni, fino al completamento dei progetti.
Nel complesso – fa sapere Bankitalia – la spesa in questo biennio è 3,8 volte quella del biennio 2017-18. La rilevazione, con cadenza biennale, ha coinvolto l’intero sistema bancario oltre ad 67 intermediari non bancari, selezionati in base ai volumi di operatività e al modello di business. La spesa è riferibile a 430 progetti di investimento, il 63% dei quali è totalmente nuovo e costituisce il 56% della spesa. Secondo il report il processo di trasformazione digitale del sistema finanziario, per quanto in espansione, è ancora limitato dal punto di vista della quantità.
Si punta sul digital lending
Le aree di business cha hanno attratto le maggiori risorse economiche – si legge nel report – sono state quelle dell’intermediazione e dei pagamenti, con quote di investimenti pari rispettivamente al 43,7 e al 39,4% del totale. I progetti più rilevanti nell’area dell’intermediazione hanno avuto come obiettivo la digitalizzazione e l’automazione del processo del credito, dalla richiesta del prestito alla sua erogazione sino all’eventuale gestione dei crediti problematici e in sofferenza (digital lending). Nei pagamenti invece, le innovazioni più ricorrenti hanno riguardato gli instant payments e l’integrazione degli strumenti di pagamento all’interno di wallet digitali.
Si rafforza il contrasto al riciclaggio
La quota di intermediari che impiega o sviluppa tecnologie per adempiere agli obblighi di antiriciclaggio – riferisce l’indagine – è elevata e in aumento rispetto alla precedente indagine: è infatti cresciuta dal 62 all’80%.Le soluzioni più ricorrenti riguardano l’adeguata verifica a distanza, per cui si osserva un crescente utilizzo delle identità digitali (SPID e CIE), e una maggiore automazione nella raccolta dei dati della clientela attraverso tecnologie come il riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) e le firme digitali. Un incremento significativo ha interessato anche le tecnologie cloud, impiegate per la conservazione dei dati, mentre più contenuti sono stati gli incrementi relativi all’utilizzo dell’AI.
Lo stato di avanzamento dei progetti
Il 14,0 per cento dei progetti è costituito da prototipi e circa un quinto è in fase di realizzazione avanzata. Il restante 64% è in produzione. I progetti che mostrano uno stadio evolutivo più avanzato riguardano le applicazioni per siti web e dispositivi mobili, le API, il cloud computing, i big data,
la RPA e la biometria. Al capo opposto le DLT, che in oltre il 40 per cento dei progetti si trovano in fase di proof of concept. La durata di un ciclo produttivo di un progetto è di circa 48 mesi: di questi, 18 mesi sono dedicati allo studio del prototipo e all’avvio in produzione del progetto; dopo l’avvio commerciale, occorrono 30 mesi per raggiungere l’equilibrio tra spese e ricavi.