Alcuni istituti di credito statunitensi starebbero per indebitarsi con Thames Water, la società di servizi privata britannica responsabile della fornitura di acqua e del trattamento delle acque reflue in diverse zone della Gran Bretagna. Le banche Usa – secondo quanto riferito dal Sundaytimes – scommettono che le perdite derivanti dalla ristrutturazione dell’azienda siano meno gravi di quanto temuto.
Secondo alcuni recenti rapporti, la Elliott Management, grossa società statunitense di gestione degli investimenti, stava comprando il debito. Tuttavia sono stati fatti altri grandi nomi tra cui Anchorage Capital, King Street e Sona, un altro fondo che ha da poco preso il controllo di un produttore di vino australiano. Si vocifera che anche altri tre fondi – Sculptor, Centerbridge e Polus – puntino allo stesso obiettivo.
La situazione di Thames Water
Thames Water continua a dover far fronte ad un debito di 15 miliardi di sterline. Il prezzo delle sue obbligazioni è crollato a causa dei timori che l’ente possa andare in amministrazione controllata, il che potrebbe significare una perdita di denaro per i finanziatori. Il sito di software finanziario MarketAxess stima che quasi mezzo miliardo di sterline del suo debito siano passati di mano ogni settimana ad aprile, quadruplicandosi rispetto a dicembre. Si riferiscono al prestito “ring-fenced” anticipato alla Thames Water, ritenuto più sicuro di quello della sua società madre, Kemble, che è andata in default su una parte dei suoi debiti il mese scorso. Si ritiene che rientrino principalmente nella categoria “classe A”, che costituisce la maggior parte del debito della società ed è la più garantita.
In un’ipotetica amministrazione, in cui la società sarebbe costretta a ridurre significativamente il proprio debito, alcuni analisti prevedono che queste obbligazioni potrebbero richiedere un taglio fino al 16%. Il debito di “Classe B”, relativamente più piccolo, pari a 1,3 miliardi di sterline, meno garantito, potrebbe subire perdite fino al 40%.
Il rischio di amministrazione controllata
La Thames Water – secondo quanto riporta la testata britannica – ha esercitato, senza successo, pressioni sull’ente regolatore dell’acqua, Ofwat, per permettergli di aumentare i prezzi e contribuire a ripagare i suoi debiti. Il governo ha elaborato piani di emergenza per un possibile “regime di amministrazione speciale” per il Tamigi, in cui l’azienda verrebbe temporaneamente nazionalizzata e il governo investirebbe denaro per mantenerla in funzione. Tuttavia, ciò potrebbe anche significare che i contribuenti sarebbero i primi a essere pagati con i proventi del Tamigi, piuttosto che i finanziatori privati.
Secondo Helen Rodriguez, analista senior della società di ricerca finanziaria CreditSights “quando le aziende si trovano ad affrontare stress finanziari è normale che gli investitori più cauti, come i fondi pensione, vendano obbligazioni a investitori ad alto rischio, i quali vedono l’opportunità di cogliere maggiori rendimenti”.
“Gli hedge fund hanno una maggiore tolleranza al rischio e sono più propensi a fungere da nuove fonti di denaro nell’ambito di un piano di ristrutturazione, nella speranza che questo ripaghi e che non ci siano perdite per i finanziatori o che le perdite siano contenute. Avranno un obiettivo, cioè un tasso di rendimento, per i loro fondi e sperano di realizzarlo”, ha affermato. “Ci sono motivazioni diverse per ogni operazione, ma alla fine stai acquistando questo debito perché pensi che alla fine varrà più di quanto lo stai pagando.”