I crediti del Superbonus saranno spalmati in un decennio. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che i crediti del Superbonus verranno distribuiti su 10 anni anziché 4. Dopo i lavori della Commissione Finanze al Senato sul tema, ha chiarito che non sarà un’opzione, ma un obbligo e che gli emendamenti parlamentari che cercano di ampliare le deroghe non verranno considerati, mentre il governo presenterà il proprio emendamento. Ha inoltre criticato la proposta di Bankitalia di interrompere il Superbonus anticipatamente, affermando che sarebbe stata utile anni fa, ma ora è troppo tardi.
Giorgetti ha fatto un paragone con il disastro del Vajont per illustrare la situazione che il governo ha ereditato. Sulle trattative con la Commissione europea per l’accordo tra Lufthansa e Ita Airways, ha espresso invece fiducia, affermando che il governo ha fatto tutto il possibile per risolvere la situazione pluriennale della compagnia aerea nazionale, ma resta da attendere la decisione dell’arbitro.
Si temono misure retroattive
Immediata la reazione dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, preoccupata per le conseguenze di questa scelta. La presidente dell’associazione di categoria Federica Brancaccio ha dichiarato che le associazioni dei costruttori hanno espresso le proprie perplessità su eventuali misure retroattive, affermando che un provvedimento di questo tipo avrebbe un impatto fortissimo su imprese, banche e cittadini. A suo avviso le dichiarazioni del ministro Giorgetti sull’obbligo di spalmare i crediti in dieci anni, se tradotte in fatti, potrebbero tradursi in una misura devastante per cittadini e famiglie.
Anche l’Abi è concorde sul punto: “In questa fase complessa è importante dare certezze e rafforzare la fiducia. Interventi retroattivi sul Superbonus minerebbero la fiducia di famiglie, imprese e investitori”, aggiungono il direttore generale dell’ANCE Massimiliano Musmeci e il vice direttore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero. Inoltre, ricordano che lo stesso ministro dell’Economia ha più volte indicato che non ci sarà il ricorso a interventi retroattivi.