NPL: Crif, nel 2023 le transazioni sul mercato secondario sono raddoppiate

Il focus è sempre di più su Stage 2 e UTP. Cala invece lo stock di NPE delle banche italiane: è sceso a 50 miliardi di euro

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Prosegue il trend positivo degli ultimi anni: nel 2023 lo stock degli NPE bancari ha registrato un calo (-9,9%) rispetto al 2022, raggiungendo quota 50,2 miliardi di euro. I dati provengono dalla sesta edizione dell’Osservatorio Npe realizzato da Cribis Credit Management, secondo cui le transazioni sul mercato secondario sono invece in controtendenza e sono raddoppiate raggiungendo 16,2 miliardi. Esse costituiscono al momento più del 50% delle transazioni totali di NPL.

In media negli ultimi 5 anni il volume delle transazioni è diminuito (-10%). A fine 2023 il volume totale di transazioni è calato di 3 miliardi, registrando quindi operazioni per 31 miliardi di euro. Si tratta di operazioni collegate a portafogli Npl per il 77%, e solo per il 23% a UTP. Tuttavia il valore delle transazioni Utp è in ogni in caso in crescita (+17% rispetto al 2022).

L’attenzione è ormai sugli Stage 2 e UTP

Secondo gli esperti di Crif, gli investitori stanno spostando il loro interesse verso gli UTP, ovvero i crediti ancora non in stato di insolvenza, ma che difficilmente saranno recuperati e gli Stage 2, crediti che hanno registrato un aumento significativo del rischio dal momento della rilevazione iniziale.

L’esposizione agli Stage 2, secondo lo studio, è riconducibile alle società di capitali, che rimane stabile rispetto al 2022, attestandosi al 71% del totale dei finanziamenti. I comparti industriali più rischiosi sono:

  • Costruzioni e infrastrutture
  • Servizi
  • Logistica e Food & Beverage
  • Agricoltura

Il settore agricolo, in particolare, fa registrare un +9,5% di esposizione in stage 2 a causa degli effetti economici della pandemia, dei rincari energetici e delle materie prime. Inoltre è alle prese con una serie di rinnovamenti dovute alle nuove politiche europee del Green Deal e all’applicazione dei criteri Esg. Al contrario, i settori con una quota ridotta di esposizione rimangono l’estrazione Oil&Gas, chimica e farmaceutica.

Per quanto riguarda gli UTP, la percentuale più rilevante di tale esposizione è collegabile alle società di capitali e di persone, attestandosi al 53% del totale dei finanziamenti (-5% rispetto al 2022).

Se si guarda alle sofferenze, le attività di recupero sono concentrate nell’ambito giudiziale. Tra procedure concorsuali, esecuzioni immobiliari e mobiliari sono stati iscritti cica 297.000 nuovi procedimenti, un po’ meno dell’anno precedente (-3,0%). In calo le procedure esecutive, aumentano le procedure concorsuali (+7% rispetto a dicembre 2022). Analizzando, invece, l’arretrato delle procedure giudiziali, a dicembre 2023 si rileva una costante diminuzione, al pari del 2022. Lo stock delle procedure immobiliari è calato del -23,7%, che è anche la variazione maggiore registrata. Anche le procedure concorsuali diminuiscono nel loro totale (-3,4%), così come diminuisce lo stock di procedure mobiliari che registrano un -7,3%.

Per quanto riguarda la finanza agevolata, le escussioni di garanzie pubbliche sono ancora contenute. In particolare, è stata osservata e confrontata l’incidenza delle esposizioni in Stage 2 e in Stage 3 per le imprese che hanno ottenuto crediti garantiti da MCC rispetto al resto delle imprese finanziate. L’incidenza in Stage 2 delle imprese che hanno avuto accesso a finanza agevolata, calcolato come rapporto tra posizioni in Stage 2 e posizioni in bonis, cresce progressivamente dal 2022 a fine 2023, superando il resto della popolazione.