NPL in crescita: le aziende europee temono per la loro redditività

Secondo un sondaggio di Atradius, il gruppo assicurativo specializzato nel credito commerciale, il 20% in più delle imprese rispetto allo scorso anno teme un peggioramento dei tempi di pagamento ed è alla ricerca di soluzioni per proteggere il proprio capitale circolante

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I crediti inesigibili stanno aumentando e ciò penalizza le imprese dell’Europa occidentale. Il trend emerge da un sondaggio di Atradius, il gruppo assicurativo specializzato nel credito commerciale. La tendenza, secondo il sondaggio, si manifesta nell’allungamento dei tempi medi di pagamento dei clienti, e ciò peggiora la liquidità e la capacità di recupero crediti delle aziende. Ne consegue che la fiducia delle imprese è in calo, e le aspettative sulle insolvenze future stanno peggiorando.

Il sondaggio “Barometro sui comportamenti di pagamento in Europa Occidentale – edizione 2024” condotto su 14 mercati di Paesi europei (tra cui l’Italia) e 8 settori industriali (agroalimentare, prodotti chimici, edilizia, beni di consumo durevoli, elettronica/TLC, macchinari, acciaio/metalli e trasporti), mostra che circa il 20% in più delle aziende rispetto all’anno scorso teme un peggioramento dei tempi di pagamento. I crediti insoluti sono cresciuti dal 6% all’8% del valore totale delle vendite business to business a credito. Questo ha generato un clima di sfiducia, con il 60% delle aziende preoccupate. Le imprese sono pessimiste riguardo alla crescita economica sia a breve che a lungo termine, a causa delle tensioni geopolitiche, delle incertezze sulla politica monetaria e della volatilità dei costi di finanziamento. Il 44% degli intervistati dipende già dal credito commerciale per finanziare le proprie operazioni, e si prevede che l’aumento dei costi per rispettare gli obiettivi di sostenibilità e le normative ambientali aggraverà ulteriormente la situazione.

“Ci aspettiamo – spiega Andreas Tesch, chief market officer di Atradius – che una ripresa dalla forte pressione a cui le imprese sono costrette causa dell’aumento dei tassi d’interesse arriverà solo nel prossimo anno. Questo rafforza le nostre aspettative sul calo delle insolvenze di un -1% nel 2025 su scala globale, e su una stabilizzazione verso una nuova normalità seppur con evidenti differenze tra mercati e i settori”.

Segnali positivi arrivano dal fatto che oltre un terzo delle aziende afferma che si impegnerà in una migliore gestione dell’attività di recupero crediti nei prossimi mesi, al fine di alleviare la pressione del rischio credito dei clienti sulla propria stabilità finanziaria. Sarà fondamentale nel determinare l’andamento delle insolvenze nei prossimi mesi, secondo l’esperto, soprattutto la capacità delle imprese di mitigare l’impatto di condizioni economiche avverse sulle operazioni commerciali e avere un approccio lungimirante alla gestione del rischio credito dei clienti.

In definitiva il rischio di credito nelle transazioni commerciali può compromettere seriamente la liquidità e la redditività delle aziende. In periodi di instabilità economica e geopolitica, questa minaccia si intensifica, rendendo fondamentale per le imprese proteggere il proprio capitale circolante.