Challenger bank in una fase di transizione: ecco come sta evolvendo il settore

Gli istituti tanno affrontando un periodo di metamorfosi, tra titoli in calo e cambi di rotta

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Le banche specializzate italiane in questo periodo stanno vivendo una fase di trasformazione. Si parla degli istituti ribattezzati in gergo challenger bank, per rifarsi al modello inglese. Secondo un’analisi di Milano Finanza, a subire uno scossone è stata di recente soprattutto Bff Bank, ma anche Banca Sistema e illimity stanno affrontando una metamorfosi. Le challenger bank sono un ibrido tra banche digitali e operatori di specialty finance. Offrono credito specializzato a imprese e famiglie. Questi istituti sono caratterizzati da un basso assorbimento di capitale e da ritorni del capitale molto elevati, superiori a quelli delle banche tradizionali, permettendo politiche di remunerazione generose con payout ratio talvolta vicini al 100%. Negli ultimi mesi, il settore è in fermento a causa delle pressioni sui finanziamenti, del rallentamento di alcune attività strategiche come il recupero dei crediti deteriorati, delle problematiche regolamentari e delle fluttuazioni dei mercati azionari, che stanno ridefinendo la struttura del comparto.

Bff Bank sotto i riflettori

Dopo una recente ispezione Bankitalia ha sospeso la distribuzione di utili e le retribuzioni variabili dei manager di Bff. Inoltre ha contestato la sua attuale classificazione dei crediti verso la Pubblica Amministrazione. In seguito al provvedimento il titolo è crollato in borsa e ora alcuni investitori internazionali avrebbero aperto un dossier sul gruppo.

Secondo Milano Finanza, alcuni esperti leggono l’intervento di Bankitalia verso Bff come un messaggio rivolto a tutto il settore: in un contesto macro incerto come quello attuale, anche gli intermediari capital light devono adottare politiche patrimoniali conservative, rinunciando a parte della redditività e ridimensionando le strategie di remunerazione più generose.

Il caso di Banca Sistema

Dal canto suo anche Banca Sistema, l’istituto guidato da Gianluca Garbi, sta venendo fuori da un periodo complesso. Fino al 2022, la crescita è stata costante, ma l’aumento dei tassi di interesse ha creato difficoltà nel compensare il brusco rincaro dei finanziamenti attraverso il riprezzamento di alcune classi di attivi, come i crediti nella cessione del quinto. Questo ha portato a una drastica riduzione della capitalizzazione di mercato, che è più che dimezzata dai massimi di fine 2021 all’autunno scorso, con il multiplo prezzo/patrimonio sceso da 0,9 a 0,4. Da allora, c’è stato un cauto recupero, sostenuto dalle aspettative di taglio dei tassi, ma il prezzo delle azioni rimane lontano dai livelli di due anni fa. Nel nuovo piano industriale, il top management è rimasto prudente, soprattutto riguardo alle previsioni sul costo della raccolta. Tuttavia, l’obiettivo è aumentare ricavi e profitti, distribuendo agli azionisti 18 milioni di dividendi cumulati.

Il nuovo corso di illimity

Anche la banca fondata da Corrado Passera ha affrontato criticità a partire dal 2022, che l’hanno portata a modificare la propria strategia. Dopo aver raccolto 600 milioni di euro dagli investitori, le azioni, al debutto in borsa nel 2019, valevano 7,6 euro. Nei successivi 30 mesi, il prezzo delle azioni è quasi raddoppiato, raggiungendo quasi 14 euro nel novembre 2021. Tuttavia, a quel punto è iniziata un’inversione di tendenza. Dai massimi di fine 2021, il titolo illimity è sceso del 65%, attestandosi agli attuali 4,8 euro. La banca ha risposto rifocalizzando il business, abbandonando il settore dei crediti deteriorati per concentrarsi sugli impieghi in bonis e sui servizi innovativi per le PMI.

Ifis ai massimi

Banca Ifis ha mantenuto una strategia di continuità. Sotto la guida del ceo Frederik Geertman, l’istituto ha registrato un aumento del 33,2% nell’ultimo anno, raggiungendo nuovi massimi a inizio maggio, grazie a un ribilanciamento del modello di business che lo ha adattato al nuovo contesto di mercato.

Secondo gli analisi nonostante le trasformazioni del settore, l’intera categoria potrebbe progredire, con percentuali di crescita delle azioni comprese tra il 14,7% di Ifis e il 20,4% di illimity. Dunque, non tutto è perduto.