Banco Bpm, il ceo Castagna: “Abbiamo solo 1,5 miliardi di sofferenze con abbondante copertura”

L'amministratore delegato dell'istituto si dichiara ottimista e delinea il percorso di sviluppo futuro della banca

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Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM

Si mostra fiducioso sul futuro e sulla crescita del proprio istituto Giuseppe Castagna. Il ceo di Banco Bpm in una recente intervista rilasciata al Sole24Ore ha analizzato le sfide e il potenziale di sviluppo della banca, che nel primo trimestre del 2024 ha registrato un ottimo avvio. “Sul margine di intesse – ha dichiarato – ci aspettiamo che il 2024 si riveli migliore del 2023. Nel 2025 e 2026 ci sarà una flessione, ma abbiamo un’ampia possibilità di compensare il calo dei ricavi da interessi con le commissioni. Le traiettorie del nostro piano industriale al 2026 si stanno rivelando corrette”.

NPL sotto controllo

Sotto il profilo del credito deteriorato Castagna si è mostrato sereno “grazie all’ottima qualità dell’imprenditoria presente sui nostri territori”. Secondo il ceo la qualità del credito oggi è migliorata rispetto al passato. Ammette “un rallentamento nelle erogazioni che ci ha fatto proiettare un budget di crescita dell’1% nei prestiti nei prossimi anni, rispetto al 3-4% del passato” ma nonostante tutto riconosce esserci un naturale miglioramento della qualità dei debitori unita al monitoraggio costante della banca per prevenire gli NPL.

“Nonostante il pessimismo diffuso – assicura Castagna – il default rate da 3 anni è sotto l’1%. Se rimane così, il nostro costo del rischio sarà tra i 30 e 40 punti, meno dei 45 attesi a fine 2026. Grazie alle pulizie degli ultimi anni, abbiamo solo 1,5 miliardi di sofferenze: di questi, circa 700 milioni sono coperti al 70% circa; i restanti 800 milioni hanno garanzie pubbliche medie per l’85%, e sono accantonati prudenzialmente al 28%. È una copertura abbondante, non vediamo nessuna necessità di fare ulteriori aumenti”.

A fine luglio, l’istituto valuterà se aumentare la guidance degli utili per azione. L’obiettivo è raggiungere e superare i target fissati dal piano industriale: 6 miliardi di utili nel triennio, di cui 4 da distribuire. Nel frattempo il titolo della banca è cresciuto del 120% in tre anni e il ceo confida in uno sviluppo ulteriore. “L’utile che prevediamo di fare a piano è di 1,5 miliardi, a oggi il consenso di mercato è inferiore. Se riusciremo, come penso, a dare continuità agli utili, i nostri obiettivi di redditività si rifletteranno sempre di più sul consensus, e anche il multiplo potrà aumentare: già a 8, vorrebbe dire un valore di oltre 12 miliardi”.

Per crescere l’istituto si propone di sfruttare le potenzialità delle joint venture strette su bancassurance e monetica e confida sullo spostamento dalla raccolta diretta al risparmio gestito per far lievitare le commissioni. Infine si ripromette, dopo aver consolidato le fabbriche prodotto, di rafforzare la forza distributiva stringendo accordi con banche sul territorio o attivare nuove reti di consulenti finanziari che possano vendere prodotti del risparmio gestito, assicurazioni, credito al consumo o monetica. Al momento Banco Bpm – chiarisce il ceo – non è interessato a Mps.