Bankitalia: cresce il ricorso alla composizione negoziata della crisi d’impresa

Le domande di accesso alla procedura a maggio del 2024 sono circa 1.450: i dati della relazione annuale sul 2023 di Via Nazionale

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Cresce il ricorso alla composizione negoziata della crisi d’impresa: lo strumento sembra finalmente prendere piede in Italia. A far luce sul ricorso alla procedura, che permette di accelerare i tempi e salvare le aziende dal fallimento è la Banca d’Italia, nella propria Relazione annuale sull’anno 2023, appena presentata.

Uno strumento veloce ed efficace

Nel 2023 – si legge nella Relazione – è cresciuto il ricorso alla composizione negoziata per la soluzione della crisi di impresa. Lo strumento, introdotto dal DL 118/2021 serve a risanare le imprese che si trovano in situazioni di squilibrio economico-finanziario. A sua volta Bankitalia cita i dati di un recente studio Unioncamere, secondo il quale questo mese (maggio 2024) le domande di accesso alla composizione negoziata sono circa 1.450, 413 in più rispetto a quelle censite a novembre 2023, con una crescita incrementale rispetto al semestre precedente (maggio– novembre 2023) di oltre il 50 % (413 contro 270 istanze).


Ad oggi, dall’introduzione dello strumento, il tasso di successo è stato del 18%: ciò indica la percentuale di casi in cui la composizione si è conclusa con un accordo tra debitore e creditori. Cresce anche il tasso di successo medio trimestrale della composizione, che arriva al 21,2% delle istanze chiuse. In un caso su cinque dunque, si raggiunge l’obiettivo di salvare l’azienda. Le imprese che vi ricorrono sono di dimensioni simili a quelle che avviano un concordato preventivo, ma la composizione è più rapida del ricorso al Tribunale e più tempestiva. I dati di Unioncamere mostrano infatti che il tempo trascorso tra la data di presentazione dell’istanza di composizione negoziata e la chiusura del procedimento è stato, in media, di circa 250 giorni, di 357 giorni per quelle chiuse con successo e di 227 giorni archiviate con esito sfavorevole. La fase giudiziale di un concordato preventivo concluso con successo dura invece in media circa 520 giorni.

Le imprese conoscono meglio lo strumento e vi ricorrono con più facilità. In Italia – sottolinea Bankitalia – la regolamentazione delle liquidazioni giudiziali, che ancora oggi costituiscono la maggioranza dei procedimenti di gestione delle crisi di impresa, è simile a quella delle principali economie dell’Unione europea. Secondo Via Nazionale lo scorso anno sono state aperte circa 8.000 liquidazioni giudiziali, in leggero aumento rispetto al 2022 ma ben al di sotto dei livelli precedenti la pandemia. Le istanze conducono in circa la metà dei casi all’apertura della procedura di liquidazione. Nel nostro Paese, tuttavia, alcuni fattori possono influenzare negativamente i tempi delle procedure giudiziali, tra cui: un minore livello di specializzazione dei tribunali, la necessità di redigere un programma di liquidazione e i maggiori poteri di controllo del giudice.

Sotto controllo gli NPL

I dati presentati da Bankitalia in generale sui crediti deteriorati sono rassicuranti: nel 2023 i prestiti alla clientela si sono molto ridotti, soprattutto quelli alle imprese. Le condizioni di offerta praticate dalle banche sono più restrittive. Scende la domanda di mutui residenziali a causa degli alti tassi. Il flusso di nuovi crediti deteriorati in rapporto a quelli in bonis è lievemente aumentato, ma l’incidenza di questi prestiti sul totale dei finanziamenti al netto delle rettifiche resta in linea con i valori medi dell’area dell’euro. La presenza di polizze assicurative stipulate dalle aziende contro i rischi operativi può contribuire a ridurre la rischiosità dei prestiti.