Grecia, le banche dopo 16 anni ottengono il via libera per pagare i dividendi

È arrivato il placet della Vigilanza BCE che ha approvato la richiesta. Eurobank, la più grande banca del Paese, ha annunciato che pagherà un dividendo in contanti di 342 milioni di euro

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Atene, la capitale greca

La Grecia torna a ripartire i dividendi tra gli azionisti delle banche. Non accadeva dal 2008. I quattro maggiori istituti di credito del Paese hanno annunciato che la Banca Centrale Europea ha approvato la loro richiesta di riprendere i pagamenti dei dividendi dopo 16 anni, ulteriore segnale della ripresa del settore e del rilancio economico del paese. La Grecia ha riconquistato una valutazione del credito di livello investment grade l’anno scorso, e secondo alcune previsioni dovrebbe registrare una crescita economica di circa il 2,5% quest’anno, avvicinandosi ai livelli pre-crisi e superando di gran lunga la media della zona euro dello 0,8%.

Un ritorno alla normalità

Secondo quanto riferisce Reuters, Eurobank, la più grande banca per valore di mercato del Paese, pagherà un dividendo in contanti di 342 milioni di euro, pari a 0,0933 euro per azione. “L’importo corrisponde a un rapporto di distribuzione del 30% dell’utile netto per il 2023”, si legge in una dichiarazione. Invece la Banca Nazionale prevede di pagare 332 milioni di euro in dividendi, ovvero 0,36 euro per azione, che corrisponde anche a un rapporto di distribuzione del 30%. Alpha Bank invece ha ottenuto l’approvazione per distribuire 122 milioni di euro in dividendi. Infine Piraeus Bank distribuirà 79 milioni di euro.

La ripresa dell’economia ellenica

L’ultima volta che le banche greche avevano pagato i dividendi è stato lo stesso anno in cui è scoppiata la crisi finanziaria globale. Successivamente, un decennio di turbolenze legate al debito che hanno travolto il Paese, ha lasciato i suoi finanziatori con più di 100 miliardi di euro (107 miliardi di dollari) di prestiti in sofferenza, richiedendo ricapitalizzazioni per rimanere a galla.

La Grecia, epicentro di una crisi del debito nel 2009, ora ha ritrovato la normalità dopo tre importanti pacchetti di salvataggio e rigide misure di austerità che hanno incluso ricapitalizzazioni e nazionalizzazioni delle sue principali banche.

“Conosciamo tutti i vincoli – aveva detto ad aprile scorso rivolgendosi alla BCE il governatore della Banca di Grecia Yannis Stournaras – ma nessuno può negare l’enorme miglioramento della situazione degli NPL, della redditività, dei parametri patrimoniali, della liquidità greca. Sono sicuro che porteremo avanti tutte le riforme strutturali necessarie per migliorare la crescita potenziale ed effettiva“.

Negli ultimi anni, le banche hanno ridotto i loro rapporti di esposizione ai crediti deteriorati (NPE) a meno del 6% dal 45% nel 2016. I quattro principali istituti di credito del Paese hanno riportato profitti combinati di circa 3,5 miliardi di euro lo scorso anno, sostenuti da alti tassi di interesse e una forte crescita economica.