Usa, a maggio 45mila dichiarazioni di fallimento: in aumento (+16%) rispetto al 2023

Ad essere in difficoltà sono le aziende per i tassi di interesse elevati e le crescenti spese operative, ma anche le famiglie di consumatori con livelli alti di debito e un reddito familiare stagnante

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Gli Stati Uniti sono alle prese con un aumento dei fallimenti, sia aziendali che relativi ai consumatori. In particolare, a maggio scorso negli Usa ci sono state circa 45mila dichiarazioni di fallimento in tutto, molte di più (16%) rispetto a maggio 2023, quando avevano raggiunto quota 38.600. A rivelarlo è Epiq AACER, azienda specializzata nella fornitura di dati e analisi sui casi di fallimento negli Stati Uniti.

Famiglie strozzate dai costi

Se si guardano ai soli fallimenti non commerciali, il default è cresciuto del 17%, arrivando a 42.362 a maggio rispetto al totale di 36.335 registrato un anno fa. I consumatori che hanno presentato domanda di fallimento (ai sensi del Capitolo 7) sono il 19% in più, circa 25.772 a maggio 2024 rispetto ai 21.624 individui del maggio 2023, mentre le domande di fallimento ai sensi del Capitolo 13 sono aumentate del 13%, arrivando a 16.509 a fronte di 14.641 domande di un anno prima. I crescenti costi travolgono le famiglie, con livelli storicamente alti di debito e un reddito familiare relativamente stagnante.

Perché le aziende falliscono

Inoltre anche dichiarazioni di fallimento delle piccole imprese sono aumentate del 53%, arrivando a 228 a maggio rispetto a 149 dell’anno precedente. Le dichiarazioni di fallimento commerciali (in base al Capitolo 11) a maggio sono aumentate dell’11% su base annua, passando da 683 a 759 e quelle complessive a maggio sono aumentate dell’11%, arrivando a 2.618 rispetto a 2.361. “Questa tendenza persiste – spiega Michael Hunter, vicepresidente di Epiq AACER – a causa dei tassi di interesse elevati e delle crescenti spese operative, che continuano a mettere a dura prova la redditività delle imprese.

Il disegno di legge in Senato

Il limite di idoneità al debito di 7,5 milioni di dollari per le piccole imprese che cercano di scegliere la riorganizzazione ai sensi del sottocapitolo V del Capitolo 11 è destinato a scadere e tornare a 2.725.625 dollari il 21 giugno, secondo quanto rivelano gli esperti dell’American Bankruptcy Institute. Il senatore Richard Durbin e un gruppo bipartisan di senatori hanno presentato un disegno di legge (S4150) per estendere fino al 2026 il limite di idoneità di 7,5 milioni di dollari per le piccole imprese che cercano il sollievo del sottocapitolo V. Questa estensione mira a consentire a più piccole imprese di accedere ai benefici di riorganizzazione offerti dal sottocapitolo V, che è stato introdotto per facilitare le riorganizzazioni delle piccole imprese in difficoltà finanziarie. La misura mantiene anche il limite di debito di 2,75 milioni di dollari per le dichiarazioni individuali ai sensi del Capitolo 13 e rimuove la distinzione tra debito garantito e non garantito.

Gli esperti sottolineano l’importanza di estendere questo limite per aiutare le piccole imprese e le famiglie in difficoltà. Secondo Epiq AACER le dichiarazioni di fallimento totali a maggio sono diminuite del 3% rispetto ad aprile, con le dichiarazioni dei consumatori ai sensi del Capitolo 7 diminuite del 4% e quelle ai sensi del Capitolo 13 aumentate del 2%.