Crediti deteriorati: ancora un anno per l’entrata in vigore della direttiva europea

A delineare il timing del provvedimento Stefano Cappiello, Dirigente Generale della Direzione Regolamentazione e Vigilanza del Sistema Finanziario del MEF

0
375

Occorrerà ancora aspettare circa un anno per la completa entrata in vigore della Direttiva europea n.2021/2167 (Secondary Market Directive) volta a creare un efficiente mercato secondario europeo dei crediti deteriorati. A delineare il timing del provvedimento, ancora piuttosto accidentato, è stato Stefano Cappiello, Dirigente Generale della Direzione Regolamentazione e Vigilanza del Sistema Finanziario del MEF, che ha partecipato al Credit Management Summit organizzato a Milano da Il Sole 24 Ore.

Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva, già inoltrato alle Camere per il previsto parere. Quando il Parlamento avrà esaurito il suo compito il provvedimento tornerà a Palazzo Chigi per l’approvazione definitiva. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale scatteranno sei mesi a disposizione della Banca d’Italia per definire la normativa secondaria e infine i “gestori di crediti in sofferenza” – la nuova figura di intermediari introdotta con la direttiva – avranno qualche mese di tempo per avviare e completare l’iter di iscrizione all’elenco tenuto dalla Banca d’Italia. Fatti i conti, pertanto, la nuova normativa diverrà pienamente operante non prima della primavera del prossimo anno.

Stefano Cappiello

Tracciando un bilancio di come l’Italia in questi anni ha gestito la partita dei crediti deteriorati, Cappiello ha sottolineato come “molta strada è stata fatta anche se dobbiamo tenere alta la guardia”. Un recente report del Financial Stability Board (FSB) ha attestato come il bel paese su molti aspetti abbia costituito un esempio da seguire nel gestire una problematica senz’altro complessa. “Siamo passati in pochi anni da 360 a 60 miliardi di Npl detenuti dal sistema bancario – ha detto Cappiello – abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra con un approccio a mosaico che ha combinato assieme gli incentivi fiscali, la riforma della legge sulle cartolarizzazioni, le gacs”.

Quanto a quest’ultime – ha precisato – sono state autorizzate 46 operazioni con un valore nominale complessivo di 117,8 miliardi corrispondenti ad un valore netto di cessione di 28 miliardi. Nel complesso – ha aggiunto il dirigente del Mef – dal monitoraggio del Tesoro emergono alcuni scostamenti dalle ipotesi iniziali dei business plan ma riguardano soltanto le operazioni ante Covid, su cui hanno influito il blocco delle procedute causato dalla pandemia ed una professionalità ancora non pienamente matura da parte degli operatori.