La concessione di nuova finanza a supporto del circolante nelle Amministrazioni Straordinarie

La rubrica "Gestione degli UTP tra arte e scienza" di Emanuele Colombo

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L’Amministrazione Straordinaria (“AS”) rappresenta una sfida complessa per il nuovo creditore che intende cimentarsi. Per vincerla occorre affrontarla con un equipaggiamento alternativo alle tradizionali forme tecniche bancarie, diversificando l’intervento a supporto del circolante rimanendo focalizzati sul presupposto essenziale per valutare l’impiego: la continuità aziendale.

La continuità è oggetto del giudizio prognostico del Commissario, che ritiene la stessa preservabile mediante la corretta adozione del programma.

Conseguenza della continuità è la generazione di credito commerciale, credito che deve essere certo, liquido ed esigibile e che possa quindi costituire l’oggetto di un intervento di factoring.

Oltre a contribuire ad un efficientamento del ciclo attivo è possibile lavorare al fianco dell’impresa in AS al ripristino della fiducia dell’intera supply chain, che può accusare le proprie difficoltà essendosi fortemente esposta verso l’impresa cliente, anche alla luce del presupposto di strategicità funzionale all’accesso alla procedura.

Il reverse factoring è la forma di operazione utilizzata dalle controparti debitrici nei confronti dei propri fornitori, al contrario del factoring ordinario sorge proprio dalla necessità del debitore di porre come unico interlocutore il factor, solitamente accompagnando l’operazione con la concessione di una dilazione maturity sulle scadenze, ad ulteriore beneficio dell’impresa in Amministrazione.

Per il creditore, inoltre, il credito sorto in funzione alla continuità ha natura pre-deducibile in caso di successiva liquidazione giudiziale e pertanto, laddove il Commissario autorizzi l’operatività a tutela di tutti gli stakeholders, si può affidare l’impresa in un contesto protetto da revocatoria e da altri profili di rischio legale conseguenti a una successiva, e denegata, ipotesi liquidatoria.

Il razionale di impiego di un creditore alternativo nelle AS è confermato una volta che lo stesso accetti e superi tre sfide valutative.

La prima è rappresentata dall’impresa.

Comprendere a fondo i fondamentali industriali e le assunzioni di continuità che hanno fatto propendere la procedura per una scelta che rappresenta una priorità per tutto il sistema Paese, siano le stesse articolate in un programma di turnaround ambizioso e molto deciso o anche, in molti casi, fondate sul riconoscimento da parte del mercato del valore e strategicità di una grande impresa e quindi da un’analisi del merito creditizio anche dei potenziali acquirenti.

La seconda è l’ecosistema in cui l’impresa opera. 

Conoscere profondamente la supply chain con la quale l’impresa continuerà a lavorare, finanziando i crediti che hanno controparti di standing e di merito. Allo stesso tempo è fondamentale valutare attentamente le interdipendenze sia con clienti che con i fornitori, ipotizzando ad esempio i summenzionati interventi di reverse occorre ponderare l’effettivo ricorso, in caso di mancato pagamento, su una controparte che sviluppa con l’impresa in AS una quota del tutto prevalente o comunque molto significativa del proprio fatturato

La terza, ma non meno importante, si sostanzia nella comprensione del piano e della sua effettiva realizzazione ex post.

E’ indispensabile monitorare l’andamento del programma, in particolare la sua dinamicità nel tempo, la resilienza dello stesso a inevitabili scostamenti e la proattività e reattività dell’impresa insieme agli organi della procedura ad azionare gli opportuni mitiganti.

Dalla complessità delle sfide descritte poc’anzi discende infine un approccio al rischio molto integrato, in particolare quello che consideri adeguatamente tematiche climatiche, umane e di governance, è da ritenersi il maggiormente vincente e rappresentativo di quanto un creditore responsabile debba tendere.

La trasversalità dei profili di interesse presuppone una dettagliata “what if analysis” dell’impatto di un’alternativa fallimentare e delle sue ricadute occupazionali e dei profili di responsabilità verso il sistema che si vedrebbe privato di un’impresa significativa e strategica.

Occorre lavorare con la procedura per tenere sotto attenzione questi aspetti che interessano anche tutta la filiera commerciale e i possibili effetti di contagio, monitorando dunque l’attuazione del programma e del rispetto dei KPI di sostenibilità volti alla preservazione di ulteriore rischio per tutti gli stakeholders coinvolti.