Intrum: 66,7% obbligazionisti aderiscono a ristrutturazione del debito

Accordo di lock-up riguarda emissioni per 5,2 miliardi di euro

0
245
Photo by Steve Johnson on Unsplash

Intrum ha ottenuto l’appoggio degli obbligazionisti per avviare la ristrutturazione del debito che sfiora i 5,2 miliardi di euro. Più del 66,7% dei detentori dei bond del gruppo svedese, attivo nella gestione dei crediti deteriorati e presente anche in Italia – scrive l’Ansa – ha sottoscritto un accordo di lock-up che lo vincola alla processo di ristrutturazione qualunque sia la sua forma. Si tratta di un primo risultato che il mercato ha accolto con favore: alla Borsa di Stoccolma, il titolo Intrum ha chiuso in rialzo dell’8,9 per cento.

Il gruppo svedese “incoraggia fortemente i suoi restanti obbligazionisti” a sostenere l’accordo. L’appello nasce dal fatto che serve il consenso dal 90% dei bondholder per arrivare a una transazione consensuale. In alternativa l’accordo di ristrutturazione potrebbe essere attuato per vie giudiziali, che richiedono soglie più basse.

Le condizioni previste per i detentori del debito includono il rimborso integrale delle obbligazioni con scadenza 2024 e la proroga dei bond che scadono dal 2025 in cambio di un aumento delle cedole e una conversione del 10% in azioni. L’azienda venderà anche 526 milioni di euro di nuove obbligazioni senior garantite e una parte dei proventi verrà utilizzata per riacquistare il debito scambiato. All’inizio di questo mese Intrum ha reso noto che la maggioranza delle banche finanziatrici aveva accettato la proposta di ristrutturazione nonché di estendere la scadenza di una linea di credito revolving da 1,1 miliardi di euro al 2028.

I problemi della società svedese nascono dall’aver finanziato l’acquisto di ‘non performing loans’ con obbligazioni ad alto rendimento quando i tassi di interesse erano pari quasi a zero. L’aumento dei tassi e quindi del costo del finanziamento ha creato problemi alla società svedese ma anche agli altri operatori del settore soprattutto se si trovano a dover rifinanziare bond per miliardi di euro. E’ il caso iQera, società transalpina, presente anche in Italia, attiva nell’acquisto e della gestione dei crediti, che ha imboccato la procedura di conciliazione in Francia per ristrutturare il proprio debito. L’inglese Lowell da parte sua si appresta ad aprire una tavolo di discussione con i suoi obbligazionisti sui bond in scadenza l’anno prossimo.