A luglio 2024 i crediti deteriorati netti delle banche in Italia, cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati, risultavano leggermente diminuiti a 30,2 miliardi di euro. La stima viene dall’Abi che nel suo Rapporto mensile prende come riferimento l’ultimo dato ufficiale disponibil e lo confronta con i 30,6 miliardi registrati a marzo 2024 (e 30,5 miliardi a dicembre 2023).
Il livello raggiunto dai crediti deteriorati continua a marcare un calo assai pronunciato rispetto al massimo storico di 196,3 miliardi di euro fatto segnare nel 2015. Secondo l’Abi a luglio 2024 i crediti deteriorati netti rappresentavano l’1,43% dei crediti totali. A marzo 2024, tale rapporto era l’1,45% (1,41% a dicembre 2023 mentre erano ben il 9,8% nel 2015).
Il rapporto mensile dell’Abi regista anche il calo dei volumi di credito attribuendolo “al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: ad agosto 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,0% rispetto a un anno prima, in rallentamento rispetto al calo registrato a luglio 2024 (-2,2%) quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,9% e quelli alle famiglie dello 0,6%”.
Quanto infine al margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie ad agosto 2024 è sceso a 193 punti base rispetto ai 216 punti nel mese precedente.