Europa: le banche maggiormente esposte ai default dei crediti immobiliari, dice Moody’s

I più grandi operatori hanno comunque riserve sufficienti per far fronte ad un grave shock

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Photo by Freepik

Le banche europee potrebbero non essere sufficientemente protette per i default sui prestiti immobiliari in uno scenario di stress test ma i big del settore hanno comunque riserve di capitale sufficientemente solide per far fronte alla situazione. E’ quanto emerge – spiega Reuters – da un’analisi condotta da Moody’s sui 21 istituti con maggior esposizione al comparto: i risultati evidenziano che i coefficienti Cet 1 di tutte le banche rimarrebbero al di sopra delle soglie minime anche in uno scenario di «grave shock sulla qualità del credito». La società di rating ha ipotizzato uno scenario basato su uno stress che colpisce le banche con una forza d’urto paragonabile a quella della crisi finanziaria globale del 2008.

Moody’s ha sottolineato che il settore real estate commerciale è sotto pressione a causa dell’aumento dei tassi, con un peggioramento della qualità del credito che «probabilmente si deteriorerà ulteriormente dato che i debitori devono ancora rifinanziare posizioni importanti».

I crediti deteriorati, rileva Moody’s, hanno un’incidenza pari al 2,5% dell’intero portafoglio di prestiti al settore immobiliare commerciale, ma sono cresciuti sensibilmente rispetto a un anno fa, in particolare in Germania e Austria.

In dettaglio l’agenzia ha applicato un livello di riserva per perdite su prestiti del 40%, la media riportata dalle grandi banche europee negli ultimi cinque anni. Ma ha notato che la media effettiva nel primo trimestre di quest’anno era inferiore al 33,5%, riflettendo che la crescita dei prestiti problematici era aumentata più rapidamente degli accantonamenti.

«Mentre uno spostamento verso attività di migliore qualità potrebbe giustificare una copertura inferiore, vediamo un rischio maggiore che le banche non siano sufficientemente accantonate», ha affermato Moody’s nel suo rapporto.

Il commento ha riecheggiato un avvertimento della Banca centrale europea del mese scorso, che ha scoperto che le banche della zona euro erano state troppo ottimiste nel valutare gli immobili commerciali, mascherando potenzialmente un deterioramento dei prestiti.