Coface: si allungano i tempi di pagamento delle imprese

L'85% delle aziende intervistate ha riscontrato ritardi nei pagamenti nel 2024, rispetto all'82% dell'anno scorso.

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Fonte immagine: Alexas Fotos on Pixabay

Si vanno allungando i tempi di pagamento delle imprese. Lo segnala una nuova indagine di Coface secondo cui il deterioramento del comportamento di pagamento si riflette in un ulteriore aumento delle insolvenze, che si sono ormai stabilizzate a livelli molto più elevati rispetto al 2019 e al 2023.

Nel 2024, come nell’anno precedente – sottolinea il report – la pratica di concedere termini di pagamento rimane diffusa in Francia: il 97% delle aziende intervistate ha concesso termini di pagamento ai propri clienti, indipendentemente dal settore o dalle dimensioni dell’azienda, e questa percentuale ha superato il 90% in tutti i settori. Il termine di pagamento medio è aumentato: ora è di 51 giorni, rispetto ai 48,2 giorni dell’anno scorso, ed è ancora significativamente più lungo di quelli concessi in Germania (32 giorni) e Polonia (42 giorni), pur rimanendo ben al di sotto di quelli registrati in Cina (70 giorni) e nel resto dell’Asia (64 giorni).

Un segnale che la pratica è ben consolidata è che il 95% delle piccolissime imprese, che sono relativamente meno inclini a concedere termini di pagamento, lo fa ancora. Tuttavia, concedono termini di pagamento più brevi, con il 40% di esse che offre termini inferiori a un mese (rispetto a meno del 20% per le aziende più grandi).

L’85% delle aziende intervistate ha riscontrato ritardi nei pagamenti nel 2024, rispetto all’82% dell’anno scorso. Questi ritardi sono più frequenti che in Germania (78% delle aziende), Polonia (49%), Cina (62%) e nel resto dell’Asia (60%), dove, come l’anno scorso, i termini di pagamento concessi sono più lunghi ma i ritardi meno frequenti.

La maggior parte delle PMI segnala che i ritardi nei pagamenti sono stati più frequenti rispetto all’anno precedente: l’89% delle PMI afferma di aver riscontrato ritardi nei pagamenti (rispetto all’88% nel 2023).

Le dimensioni dell’azienda rimangono un fattore determinante nella durata dei ritardi. Il 73% delle microimprese ha notato un aumento di questi ritardi, rispetto a “solo” il 55% delle grandi aziende.

Sebbene nessun settore sia stato risparmiato, i settori automobilistico, energetico, farmaceutico, agroalimentare, dei servizi finanziari e delle costruzioni sono stati particolarmente colpiti quest’anno, con oltre il 25% delle aziende in questi settori che hanno segnalato ritardi di oltre 2 mesi.