Europa: lo stock degli Npl ridotto in un decennio da 1000 a 350 miliardi

Il deputy director general della BCE, John Fell, intervenuto al convegno di Alma Iura. A preoccupare la banca centrale sono attualmente le esposizioni nei crediti al settore immobiliare commerciale che tuttavia non sembrano avere rilevanza sistemica.

0
38
John Fell

Alla metà dello scorso decennio lo stock di crediti deteriorati in capo alle banche europee era un macigno che ammontava a ben €1000 miliardi. Attualmente quel numero si è ridotto ad “appena” €350 miliardi. A commentare il massiccio smaltimento di NPL dai bilanci del sistema creditizio continentale è stato John Fell, Deputy Director General for Macroprudential Policy & Financial Stability della Bce, intervenuto a Verona all’XI convegno di Alma Iura sui crediti deteriorati.

Il risultato di un simile smobilizzo è rimarchevole anche perchè – ha sottolineato l’esponente della Banca Centrale Europea – ha retto “meglio del previsto” alla prova della pandemia e del successivo turmoil provocato dalla guerra tra Russia ed Ucraina. Dalle slide presentate da Fell al convegno si evince (vedi tabella) che è stata proprio l’Italia ad aver ridotto maggiormente, in percentuale, la quota di Npl contabilizzati nei bilanci delle aziende di credito.

I fondamentali delle aziende e delle famiglie – ha sottolineato ancora l’esponente della Bce – appaiono solidi ma non c’è motivo di adagiarsi sugli allori perchè le vulnerabilità stanno diventando visibili”. “Anche per questo motivo – ha proseguito – è importante che le infrastrutture del mercato Npl siano mantenute per scongiurare future ondate di crediti deteriorati”.

A preoccupare maggiormente i regolatori europei sono attualmente i mercati del real estate commerciale (CRE, commercial real estate) ma queste esposizioni “non sembrano avere rilevanza sistemica. Detto questo non si può escludere che alcune banche fortemente esposte (vedi tabella) possano ancora subire stress”. L’esperienza dell’ultimo decennio rappresenta comunque un ottimo banco di prova anche per il futuro. Un giorno – ha concluso Fell -“ gli Npl aumenteranno sicuramente e dovremmo essere pronti ad affrontarli nel modo meno distruttivo possibile”.