Germania: ulteriori segnali di rallentamento dell’economia

Previsto un aumento dei flussi di NPL.

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Immagine di Ingo Joseph su Pexels

L’economia tedesca sta scivolando in una crisi più profonda, spinta dagli alti costi di prestito, dalla perdita di energia russa a basso costo e dalle persistenti frizioni geopolitiche. Un tempo potenza manifatturiera mondiale, i settori automobilistico e industriale della Germania stanno vacillando, mentre il settore immobiliare e quello delle costruzioni affrontano notevoli difficoltà.

Lo scrive Debitos sottolineando che la dipendenza della Germania dall’energia russa a basso costo si è rivelata il suo tallone d’Achille. L’impennata dei prezzi dell’energia, innescata dalla guerra in Ucraina, ha gravemente frenato la crescita e la produttività, allontanando i capitali internazionali. Mentre la Bundesbank prevede una ripresa economica ritardata, subordinata all’assenza di nuovi shock, molti economisti rimangono pessimisti. Il PIL si è contratto dello 0,1% nel secondo trimestre e le prospettive per il terzo trimestre suggeriscono una debolezza continua. La produzione industriale è scesa bruscamente del 2,4% a luglio rispetto al mese precedente, ben al di sotto del previsto -0,3%, secondo l’ufficio federale di statistica tedesco.

Produzione in calo

Il calo della produzione è stato generalizzato ma particolarmente rapido nel settore manifatturiero, in particolare nei settori automobilistico ed elettrico, due pilastri fondamentali dell’economia tedesca, e la loro flessione segnala ulteriori rischi di contrazione. Inoltre, il surplus commerciale della Germania è sceso bruscamente a 16,8 miliardi di euro a luglio, dai 20,4 miliardi di euro di giugno, sollevando preoccupazioni sul fatto che il paese possa cadere in una recessione tecnica nel terzo trimestre. Tuttavia, c’è stato un risvolto positivo con il tasso annuale dell’inflazione sceso sotto il 2% ad agosto, la prima volta in tre anni, fornendo un po’ di sollievo dalle pressioni inflazionistiche, anche se ci vorrà del tempo prima che i benefici si materializzino.

Un trend negativo sta caratterizzando anche il settore immobiliare per l’aumento dei costi dei mutui che porta con sé un forte calo delle valutazioni immobiliari e una liquidità limitata. Il divario di rifinanziamento sta aumentando, con finanziatori cauti e fornitori di mezzanine assenti che lasciano molti progetti senza fondi. MSCI segnala che oltre il 50% degli asset immobiliari in difficoltà in Europa si trova in Germania, con casi degni di nota come il crollo di Signa, l’impero commerciale di Rene Benko.

Opportunità emergenti

Nonostante le sfide, stanno emergendo opportunità, in particolare per i finanziatori alternativi e i fondi di private equity. Questi attori stanno intervenendo per colmare le lacune di finanziamento, in particolare per transazioni complesse e ad alto rischio. Mentre il volume delle vendite in difficoltà è stato finora limitato, un ulteriore deterioramento economico potrebbe intensificare le pressioni sui prezzi e abbassare le valutazioni, creando maggiori opportunità per gli investitori opportunisti.

Si prevede che l’implementazione della direttiva UE sui servizi di credito (CSD) nella legge tedesca accelererà le vendite di NPL promuovendo una migliore trasparenza dei prezzi e semplificando le transazioni transfrontaliere di debiti in sofferenza. Ciò incoraggerà probabilmente le banche tedesche a cedere più NPL in un contesto di crescente sofferenza dei prestiti aziendali.