Legge di bilancio: sbarramento per le cause civili senza pagamento del contributo unificato

L’Organismo congressuale forense ha espresso «notevole preoccupazione» per una norma che assegnerebbe «di fatto al giudice poteri di amministrazione finanziaria».

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Fonte immagine: Freepik

Il governo propone di introdurre uno sbarramento sulle cause civili che sta suscitando forti reazioni tra gli avvocati e le rappresentanze della magistratura. Il nuovo articolo 307-bis 76 del codice di procedura civile, recepito nell’art.105 del ddl di Bilancio, prevede l’estinzione del processo per omesso o parziale pagamento del contributo unificato, con il giudice che assegna un termine di trenta giorni per il versamento, altrimenti dichiara l’estinzione del giudizio. Fonti del Mef hanno giustificato la misura come strumento di contrasto all’evasione, ma tale interpretazione è stata criticata per violare il diritto costituzionale alla tutela giudiziaria. L’Organismo congressuale forense ha espresso «notevole preoccupazione» per una norma che assegnerebbe «di fatto al giudice poteri di amministrazione finanziaria». Si ricorda quindi come «ogni tentativo di subordinare il baluardo costituzionale della tutela dei diritti a imposizioni o a prestazioni patrimoniali» sia stato, «nel tempo, bocciato dalla Corte costituzionale».

Nel processo civile l’importo del contributo unificato varia da €43 euro per controversie di importo inferiore ai 1100 euro a € 3372 per i processi in Cassazione per importi superiori a € 520 mila. Dalle note di lettura alla legge di bilancio si capirà l’ammontare dell’evasione all’obbligo che il governo si propone di recuperare con il suo provvedimento.