L’avvertimento di Moody’s alla Francia

L'agenzia ha concesso una proroga a Parigi prima di abbassare il rating se la sua situazione finanziaria non dovesse migliorare.

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immagine di torre eiffel su cartina della Francia
Foto di Pexels da Pixabay

Moody’s lancia un avvertimento alla Francia: se non metterà ordine nei sui conti pubblici il downgrading sarà inevitabile. L’agenzia di rating – spiega Le Monde – ha deciso di non abbassare immediatamente il rating assegnato al debito francese, mantenendolo ad “Aa2″, ma aggiungendo una “prospettiva negativa”. Se il risanamento dei conti promesso dal primo ministro Michel Bamier non si concretizza, o se l’economia viene colpita, ad esempio, da un’escalation della guerra in Ucraina, il rating rischia di essere rivisto al ribasso entro sei mesi. L’agenzia americana giustifica questo cambio di prospettiva con il “rischio crescente” che il governo non riesca ad agire in modo efficace per limitare il deficit di bilancio e l’aumento del debito. “Il deterioramento che abbiamo già osservato supera le nostre aspettative”, spiega Moody’s, e la debole reazione francese “contrasta” con il comportamento di paesi che, nella stessa situazione, stanno risanando le loro finanze pubbliche. Il nuovo ministro dell’Economia, Antoine Armand, ha subito preso atto della decisione, meno brutale del temuto peggioramento. La Francia è “capace di realizzare grandi riforme”, ha assicurato, promettendo a nome del governo di agire “con energia” per risanare i conti pubblici.

La situazione dei conti tricolori preoccupa gli enti preposti a misurare la solvibilità degli Stati. Il disavanzo pubblico, che, dopo un iniziale slittamento nel 2023, avrebbe dovuto ridursi al 4,4% del prodotto interno lordo (PIL) nel 2024, continua invece a peggiorare. Michel Bamier sarà sollevato se non supererà il 6,1% del Pil alla fine dell’anno. Un livello lontano dal 3% previsto dalle norme europee, e rispettato dalla maggioranza degli Stati. Mentre la maggior parte dei grandi paesi ha ridotto i propri deficit dopo la pandemia di Covid-19, la Francia fatica a controllare le proprie finanze. La discussione del progetto di bilancio ne è la prova giorno dopo giorno. In caso di emergenza, Michel Bamier aveva preparato un testo volto a ridurre il deficit pubblico al 5% del Pil nel 2025, grazie a un cocktail composto da circa il 30% di risparmio sulla spesa e il 70% in più di tasse. Ma all’Assemblea Nazionale questo progetto è stato accantonato.

 I tassi di interesse applicati dalla Francia sono ora più alti di quelli di Portogallo e Spagna. E si avvicinano ogni giorno di più a quelli imposti all’Italia. Il rischio è che, perdendo credibilità, la Francia si ritrovi relegata fuori dalla cerchia dei bravi studenti. Peraltro, “le regole di gestione di molti fondi d’investimento limitano fortemente, o addirittura vietano, la detenzione di obbligazioni sovrane con rating inferiore ad “AA” o “AAA”, sottolinea Eric Dor, direttore degli studi economici alla Ieseg School of Management. La Francia potrebbe quindi avere maggiori difficoltà a investire il proprio debito e dover pagare interessi più elevati, mentre questi pagamenti costituiscono già la seconda voce di bilancio.