«L’unione bancaria rimane incompleta. Ciò indebolisce la nostra capacità di rispondere a shock futuri. L’Europa non deve aspettare la prossima crisi per compiere progressi decisivi sugli altri due pilastri dell’unione bancaria: le lacune nella risoluzione bancaria devono essere colmate e deve essere implementato un sistema europeo di assicurazione dei depositi». Lo riafferma per la Bce nella nota presentata all’Eurogruppo aggiungendo che «senza un’assicurazione europea dei depositi l’unione bancaria resta vulnerabile». Il tema rimanda direttamente al fatto che il Meccanismo europeo di stabilità non può agire quale strumento collettivo per la risoluzione non essendo stato ratificato il Trattato dall’Italia.
La Banca centrale europea sollecita «l’istituzione di un sostegno pubblico a livello europeo, per garantire che la liquidità venga fornita alle banche soggette a risoluzione in modo tempestivo ed efficiente: accoglieremmo quindi con favore se gli Stati membri riprendessero le discussioni» su questo.
Francoforte ha ribadito le sue preoccupazioni sulla posizione dei governi che «non garantirebbe un adeguato finanziamento della risoluzione in molti casi e quindi non raggiungerebbe gli obiettivi concordati dall’Eurogruppo». Il negoziato Parlamento-Consiglio è ancora in corso.
Quanto all’assicurazione europea dei depositi, questa «ridurrebbe la vulnerabilità dei sistemi nazionali di assicurazione dei depositi a grandi shock e indebolirebbe il legame tra banche e debito sovrano. I cittadini e le imprese che detengono depositi in banche nazionali e non nazionali sarebbero ugualmente coperti. In un mercato integrato, la fornitura di servizi transfrontalieri non dovrebbe dipendere dalla solidità del sistema di assicurazione dei depositi». D’altra parte «il significativo calo delle attività negative del passato sotto forma di prestiti in sofferenza nell’ultimo decennio è un’altra precondizione fondamentale per uno schema unito di assicurazione che ora è soddisfatta».
Sulle priorità per il sistema creditizio è intanto intervenuta, in un intervista a Il Sole 24 Ore, anche Claudia Buch, chair della BCE/SSM. La redditività delle banche europee è aumentata – ha detto – e gli istituti debbono usare i maggiori profitti per migliorare la loro resilienza finanziaria e operativa, investendo in infrastrutture informatiche e nella resilienza informatica. Buch ha infine auspicato un’implementazione delle regole di Basilea III per garantire un sistema bancario internazionale resiliente sottolineando come le riforme post-crisi abbiano migliorato la resilienza del sistema bancario senza ostacolare i prestiti all’economia reale.