Northvolt, la startup svedese considerata punta di diamante europea nella produzione di batterie per veicoli elettrici, ha chiesto l’ammissione alla protezione fallimentare del Chapter 11 degli Stati Uniti ed il suo CEO e co-fondatore Peter Carlsson si è dimesso. Lo ha riferito Il Sole 24 Ore ricordando che Northvolt ha circa 30 milioni di dollari di liquidità e debiti per 5,84 miliardi.
Northvolt, fondata nel 2016 e spesso paragonata a Tesla per ambizione e visione, ha registrato una drammatica inversione di rotta nel 2023. L’azienda, che sembrava essere il principale candidato europeo a sfidare i giganti asiatici delle batterie (pur essendo rimasta sempre ben lontana dalla top ten dei più grandi player globali, oltre un decimo della capacità del leader mondiale, la cinese Catl, seguita da Byd e dalla coreana LG Energy Solution), è stata colpita da problemi di produzione, mancati obiettivi interni e una grave carenza di liquidità. Secondo quanto dichiarato da Carlsson, Northvolt adesso ha bisogno di raccogliere tra 1 miliardo e 1,2 miliardi per garantire la continuità aziendale. «Il Chapter 11 consente di riorganizzare l’azienda, aumentare la produzione e rispettare gli impegni con clienti e fornitori, posizionandoci per il lungo termine», ha spiegato il CEO dimissionario, che rimarrà come consulente e membro del consiglio di amministrazione.
Northvolt, il cui primo azionista Volkswagen (21%) si è in parte disimpegnato puntando sulla controllata PowerCo, ha dichiarato di avere liquidità per una settimana, ma ha ottenuto un finanziamento di 100 milioni di dollari per sostenere le attività durante la procedura fallimentare. L’azienda, che impiega circa 6.600 dipendenti in sette Paesi, prevede di completare la ristrutturazione entro il primo trimestre del 2025. La leadership temporanea sarà affidata a una squadra di dirigenti, tra cui la chief financial officer Pia Aaltonen-Forsell e il presidente della divisione batterie, Matthias Arleth, che assumerà il ruolo di chief operations officer.
Il fallimento del progetto Northvolt avrebbe ripercussioni significative per l’industria europea, che aspira a ridurre la dipendenza dai fornitori asiatici nel decennio.