doValue allarga i suoi orizzonti operativi dagli Npl all’intera filiera del credito

Intervista al ceo Manuela Franchi; nei road show a Londra e Milano registrato interesse investitori per aumento di capitale in corso

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Manuela Franchi, amministratore delegato doValue

doValue vuole guardare al di là del settore degli Npl coprendo l’intera filiera del credito, dalle esposizioni in bonis alle sofferenze. All’indomani dell’acquisizione di Gardant la ceo di doValue Manuela Franchi ha fatto il punto con MF sui tanti fronti in cui la società è impegnata, dall’attuazione dell’aumento di capitale da €150 milioni, necessario alla sua acquisizione, all’integrazione con Gardant, alla necessità di adeguare il suo business model ai cambiamenti in corso nel mercato.

Sulla ricapitalizzazione in pieno svolgimento, Franche ha spiegato che «i risultati ufficiali saranno resi noti il 12 dicembre. Per ora registro il buon livello di interesse da parte degli investitori istituzionali e del retail. Abbiamo fatto roadshow su Londra e su Milano e avuto contatti con investitori sia italiani sia esteri, che hanno mostrato interesse per l’attrattività del progetto e per la proposta finanziaria. Già oggi il nostro flottante è per metà istituzionale e per metà retail. Quello che abbiamo registrato nel corso dell’aumento è un interesse soprattutto dal lato degli istituzionali che si sono mostrati molto attivi nell’acquisto dei diritti. Il retail aveva già investito in Dovalue mostrando interesse verso il progetto e ci aspettiamo un buon livello di adesione».

Parlando di Gardant il ceo di doValue ha detto che «i lavori del piano di integrazione – preparato nell’arco degli ultimi sei mesi – sono già partiti. Siamo pronti a metterlo a terra e non vogliamo perdere tempo, per beneficiare quanto prima delle sinergie. Nell’arco dei prossimi mesi puntiamo a integrare le società di Gardant e doValue attive negli stessi business. Resterà invece autonoma la sgr di Gardant. I rilasci di sinergie sia di costo sia di ricavo saranno rapidi e precederanno il closing formale delle fusioni». Ci saranno anche interventi sul personale? «Vediamo nell’integrazione un’opportunità positiva per il nostro personale – ha risposto Franchi – che avrà la possibilità di lavorare su numero maggiore di portafogli e di business. Ovviamente tutto il processo sarà prima di tutto oggetto di ragionamento con le rappresentanze sindacali».

L’integrazione tra doValue e Gardant sta avvenendo in uno scenario di mercato che registra una significativa diminuzione dei flussi di Npl in arrivo delle banche. È un trend che doValue aveva già incorporato nel piano industriale presentato a marzo dove «avevamo stimato tassi di deterioramento del credito dell’1% in Italia, una previsione conservativa e molto al di sotto delle medie storiche. Negli ultimi mesi i dati Eba segnalano un progressivo deterioramento delle masse che potrebbe spingere le banche ad accelerare sulle cessioni di portafogli. In termini nominali si tratta di stock più piccoli rispetto a quelli del passato ma con una numerosità importante in termini di posizioni e con una forte presenza di utp. Ecco perché è nei nostri piani ci sarà una componente sempre maggiore di business non Npl. Oltre a questo, vogliamo presidiare altri business come l’asset management e abbiamo progetti sugli Stage2, sull’advisory e sul mortgage broking. Anche facendo leva sulla tecnologia e sui dati, vogliamo coprire tutta la catena del credito, dal performing al non performing».