Le banche italiane ampiamente sopra i requisiti patrimoniali della BCE

Pubblicato il Supervisory Review and Evaluation Process della Banca Centrale

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Il simbolo dell'euro davanti all'edificio della Bce a Francoforte

Nei giorni scorsi c’era stato il report dell’EBA a sottolineare il buon momento dell’industria bancaria europea, inclusa quella italiana. E ora, a conferma, giunge anche il Supervisory Review and Evaluation Process della BCE a certificare che il patrimonio del settore creditizio della penisola supera gli esami, mostrando gli effetti della lunga crescita della redditività. Un articolo de Il Sole 24 Ore segnala che, da Intesa Sanpaolo a UniCredit, da Banco BPM a MPS e Popolare di Sondrio, le banche italiane rispettano ampiamente i requisiti patrimoniali della BCE.

UniCredit ha annunciato in una nota di rispettare ampiamente i requisiti di stabilità patrimoniale con i coefficienti su base consolidata, al 30 settembre 2024, pari al 16,13% CET1 per il ratio Fully Loaded, al 16,24% per il CET1 ratio transitorio, al 18,02% per il Tier 1 ratio transitorio e al 20,68% di Total Capital.

Allo stesso modo, i coefficienti patrimoniali di Intesa Sanpaolo superano di parecchio i requisiti della vigilanza e, a livello consolidato al 30 settembre 2024, risultano pari a: 13,9% per il Common Equity Tier 1 ratio, 19,6% per il Total Capital ratio e, pro forma, 15,2% per il Common Equity Tier 1 ratio e 21,1% per il Total Capital ratio. Analoga promozione anche per BPM e per il Monte dei Paschi, grazie al risanamento portato avanti dal CEO Luigi Lovaglio: per distribuire i dividendi, la banca non sarà più obbligata a chiedere autorizzazione preventiva alla BCE. La Banca Centrale ha rimosso il vincolo al termine dell’esercizio SREP 2024, che ha fissato il requisito minimo CET1 per il 2025 all’8,78%. Il requisito aggiuntivo di capitale P2R è stato ridotto al 2,5% dal 2,75% richiesto per il 2024.