I crediti deteriorati delle banche italiane registrano una sostanziale stabilità, nonostante le incertezze della congiuntura economica. Lo attesta l’ultimo bollettino mensile dell’Abi, secondo cui, nel mese di ottobre, i crediti deteriorati netti sono diminuiti a 30,9 miliardi di euro, lo stesso ammontare di settembre e in leggera riduzione rispetto ai 31,9 miliardi di giugno 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023). I crediti deteriorati netti rappresentano l’1,49% dei crediti totali.
Lo scenario dell’attività creditizia appare caratterizzato – riferisce Il Sole 24 Ore commentando il bollettino dell’Abi – da una progressiva erosione dei tassi di interesse sui prestiti. A novembre, il tasso sui mutui per l’acquisto della prima casa si è attestato al 3,23%, contro il 3,27% del mese di ottobre. I tassi per i finanziamenti alle imprese sono scesi al 4,47%, contro il 4,73% del mese precedente. Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,55% dal 4,62% del mese precedente.
A testimonianza dell’andamento fiacco dell’economia, si registra ancora una flessione del volume complessivo dei prestiti erogati, pari all’1,6%. Emerge, però, che i finanziamenti alle famiglie stanno riprendendo vigore: nel mese di ottobre, in base a quanto riportato dal bollettino, la contrazione si era fermata al -0,2%, mentre per le imprese era stata del 3,1%.
Il calo complessivo dei prestiti dell’1,6% a novembre rappresenta lo stesso calo del mese precedente. Si tratta comunque di un miglioramento rispetto al -3% del novembre 2023, quando i tassi erano ai massimi e uno degli effetti delle misure della Bce era stato di ridurre l’espansione del credito. Secondo il vicedirettore vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero, «dovremmo vedere un ulteriore recupero» della dinamica dei finanziamenti.
Di pari passo con la discesa del costo del denaro, comincia a ridursi anche il tasso di interesse riconosciuto ai clienti sui depositi.