Magazzino crediti dello Stato: rispunta ipotesi di cartolarizzazione

Nuove strategie per gestire il nodo dei crediti non riscossi: tripartizione e possibili soluzioni all’orizzonte

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Torna a farsi strada l’ipotesi di cartolarizzare una parte del magazzino dei crediti dello Stato. È stata quest’ultima tra le soluzioni prospettate – ha scritto Il Sole 24 Ore – nella riunione di insediamento della commissione di esperti presieduta da Roberto Benedetti, che nei giorni scorsi ha preso ufficialmente in carico il nodo dei 1.267 miliardi di euro (al novembre scorso) di cartelle esattoriali non pagate. Una massa di crediti che continua a dilatarsi anno dopo anno.

Alla presenza del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, sono state avanzate le prime ipotesi. Tra queste – ha sottolineato il giornale – una possibile tripartizione delle soluzioni da mettere in campo. «Nello schema di gioco da approfondire nelle prossime riunioni, la scelta potrebbe essere quella di stabilire un rating delle somme nel magazzino e suddividerle così in tre tipologie».

Da un lato, vi sono gli importi che non hanno più alcuna speranza di essere riportati nelle casse degli enti creditori: rappresentano poco più del 28% del magazzino (360 miliardi). Si tratta di ruoli intestati a soggetti deceduti, a ditte cessate o, ancora, a soggetti nullatenenti, cioè contribuenti su cui le verifiche in Anagrafe tributaria hanno prodotto risultati negativi su beni immobili o mobili da aggredire.

Il secondo blocco riguarda quei crediti che «potrebbero dare più soddisfazione all’Erario (e agli altri enti creditori)»: 100,8 miliardi, che tecnicamente sono sotto l’etichetta del “magazzino residuo”, ma che più semplicemente vuol dire che possono ancora essere aggrediti dal concessionario della riscossione con buone probabilità di essere portati a casa. Per questi ruoli, appunto, potrebbe rispuntare l’ipotesi della cartolarizzazione.

Già se ne era parlato la scorsa primavera durante i pareri parlamentari sul decreto delegato (quello che poi è diventato il Dlgs 110/2024) sulla riforma della riscossione, ma alla fine la scelta è stata quella di soprassedere. Stessa sorte ha avuto un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra, presentato dal presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia. Ma anche in quella occasione si era preferito prendere tempo «per valutare attentamente i costi dell’operazione, che richiederebbero comunque la necessità di riconoscere una fee al soggetto prescelto per effettuare poi la messa sul mercato di quei crediti».

Un’ipotesi che comunque – spiega il quotidiano – potrebbe ritornare in auge affidando l’operazione ad Amco, società del Ministero dell’Economia che avrebbe il vantaggio di non trasformare in debito eventuali cartolarizzazioni dei crediti. Il terzo blocco riguarda quelle ipotesi che, nel magazzino dei crediti, si collocano in una posizione intermedia.