Giappone: perdite shock sul portafoglio bond di Norinchukin Bank

Le difficoltà del colosso finanziario causate dai rialzi dei tassi e dalla crisi delle obbligazioni estere

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Le minusvalenze sui portafogli obbligazionari hanno mandato in crisi uno dei principali investitori istituzionali del Giappone, Norinchukin Bank. La banca – spiega un articolo de Il Sole 24 Ore – ha annunciato ieri le dimissioni del suo presidente e CEO in conseguenza delle ingenti perdite accumulate dall’istituto cooperativo nell’anno fiscale che si concluderà a marzo.
Norientchukin Bank, un colosso con un portafoglio di investimenti da 300 miliardi di dollari, ha annunciato che potrebbe registrare un rosso più grande del previsto, fino a 1.900 miliardi di yen, equivalenti a circa 12,7 miliardi di dollari.
Ad aprile, il 65enne Kazuto Oku sarà sostituito da Taro Kitabayashi, 54 anni, attuale chief financial officer. La decisione verrà ufficializzata in una riunione del comitato di gestione prevista già per questa settimana. Norinchukin Bank è diventata una delle principali vittime dei rialzi dei tassi d’interesse statunitensi, che hanno ridotto il valore delle sue obbligazioni estere e aumentato i costi di finanziamento in dollari.

Entro la fine dell’anno fiscale, la banca completerà una ricapitalizzazione da 1.400 miliardi di yen, finanziata, tra gli altri, dal gruppo Japan Agricultural Cooperatives (JA). La vendita di obbligazioni estere a basso rendimento dovrebbe riportare la banca alla redditività nell’anno fiscale che terminerà a marzo 2026, con un modesto utile netto che, secondo le stime, dovrebbe essere compreso tra 30 miliardi e 70 miliardi di yen (equivalenti a 200-470mila dollari).
Sotto la guida di Kitabayashi, la banca dovrà rivedere le sue strategie di investimento, introducendo regole che impongano la vendita delle obbligazioni prima che le perdite non realizzate si aggravino. Anche gli organi decisionali in materia di gestione dei fondi saranno riformati.
Norinchukin Bank è la principale istituzione finanziaria giapponese per le cooperative agricole, forestali e della pesca. La sua redditività deriva in larga misura dagli investimenti in titoli piuttosto che dalle attività di prestito. Ciò che si è rivelato il suo tallone d’Achille.