Anci: i crediti non riscossi ingessano i bilanci dei comuni

La riscossione bloccata e le sue implicazioni sui bilanci locali

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La riscossione “bloccata” ingessa le risorse dei comuni. “Oggi abbiamo una situazione relativa alla riscossione che presenta significative criticità, che impatta sulla gestione corrente dei Comuni. Il vincolo ha portato oggi un accantonamento che incide all’incirca per 6 miliardi di euro annui, il 10% della spesa complessiva dei Comuni: significa che la spesa è bloccata per il 10%.” Lo ha detto il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi in audizione in commissione finanze del Senato durante l’indagine conoscitiva sul magazzino e la legge rottamazione quinquies.

Le regole contabili in vigore per gli enti locali prevedono che, a fronte di crediti dubbi, debba essere costituito un apposito fondo – il FCDE, fondo crediti di dubbia esigibilità – di importo pari a quello delle somme dovute ma non incassate. È un tema che per i tre quarti riguarda i comuni del centro-sud. Una migliore capacità di recupero potrebbe consentire agli enti locali di disporre di risorse aggiuntive per circa 2 miliardi l’anno. Anche l’Anci, come aveva detto in precedenza l’ad di Amco Andrea Munari, ha sottolineato che la capacità di recupero dei privati è molto superiore a quella dell’Agenzia delle Entrate, non incentivata a occuparsi di recuperi riguardanti somme modeste con una limitata remunerazione (circa l’1%).

Un’indagine effettuata nel 2024 dall’Ifel presso un campione di circa il 10% dei comuni italiani ha confermato il rilievo del fenomeno. Per la Tari, le entrate riscosse con un’azione coattiva sono pari al 14,7% delle entrate totali relative a quell’imposta, che salgono al 16,3% nel caso dell’Imu. La situazione è, appunto, molto differenziata nelle diverse aree del paese. Ad esempio – ha spiegato l’Anci – nell’incasso delle infrazioni al codice della strada si registra “un abbassamento fortissimo” nei comuni del centro-sud. Possibili rimedi: la domiciliazione bancaria dei pagamenti, associata anche a un premio per i contribuenti che utilizzano quel canale, migliora significativamente le entrate. Lo ha sottolineato il presidente della commissione Finanze Massimo Garavaglia, ricordando l’esperienza di Milano, di cui è stato in passato assessore. Anche la PEC può essere utilizzata con vantaggio, comportando un taglio notevole nei costi di notifica degli accertamenti.

Sullo sfondo, i comuni ed anche i rappresentanti delle regioni, intervenuti anch’essi in audizione, hanno avanzato la proposta di una “agenzia dei piccoli crediti”, o comunque di una struttura dedicata alle cartelle più leggere nel valore unitario, per fornire un set di dati adeguato agli organismi dedicati alla riscossione.