Semplificare le procedure e digitalizzare il grande magazzino dei crediti dello Stato sono i preliminari passi da compiere per contenere il suo abnorme sviluppo. È quanto ha sottolineato Assonime, intervenuta in audizione al Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui temi del «magazzino». Quel grande deposito di somme dovute dai contribuenti alle pubbliche amministrazioni continua a dilatarsi al ritmo di 40 miliardi l’anno. Era stimato in circa 500 miliardi nel 2015 ed oggi è più che raddoppiato (1.368 miliardi nel novembre 2024). Secondo i più recenti dati dell’OCSE, l’Italia – ha riferito il direttore generale di Assonime Stefano Firpo – è «il secondo Paese dopo la Grecia e subito prima del Brasile nel rapporto tra arretrati ed entrate tributarie e il primo Paese al mondo con la più bassa incidenza tra arretrati ‘aggredibili’ e arretrati ‘esausti’ (verso soggetti falliti, deceduti, irreperibili, nullatenenti, etc.)».
La necessità di riformare il sistema fiscale
Che fare? «Senza sistematizzare, razionalizzare e semplificare il quadro normativo in una prospettiva di lungo periodo – ha sottolineato il condirettore generale di Assonime Alberto Trabucchi – non solo qualsiasi incentivo o misura di favore che impegni fondi pubblici per le migliori e più lodevoli finalità nella prospettiva della crescita del Paese mancherà l’obiettivo, ma risulterebbe del tutto velleitario tentare di risolvere il problema della incontrollata crescita del magazzino fiscale». Tale crescita, come traspare dal costante andamento degli ultimi venticinque anni, non dipende soltanto da difficoltà finanziarie contingenti dei contribuenti, ma è anche, evidentemente, segnaletica di un sistema complesso e instabile che non agevola il corretto adempimento degli obblighi.
Occorre incrementare la qualità degli atti della riscossione e, soprattutto, accelerare il processo di integrale digitalizzazione delle procedure di gestione del magazzino, completando l’interoperabilità delle banche dati e consentendo il monitoraggio just in time, per ciascun debito e per ciascun contribuente, del fascicolo e di tutte le relative attività di riscossione eseguite e da eseguire. Anche le norme vanno rese più efficienti. Trabucchi ha fatto l’esempio dei tempi accordati all’Agenzia delle Entrate per notificare agli interessati le cartelle di pagamento che – stabilisce la legge di riforma della riscossione – dovrebbero avvenire «non oltre il nono mese successivo a quello di affidamento del carico». Ma un simile timing, a giudizio di Assonime, non sembra «del tutto in linea rispetto all’obiettivo a cui si tende nel medio-lungo periodo, che è quello di assicurare la tempestività e, quindi, l’efficacia, dell’attività di riscossione».
Un magazzino fiscale più efficiente e digitalizzato
Un magazzino integralmente digitalizzato e procedure più efficienti consentirebbero di passare alla fase successiva, quella di un suo progressivo assorbimento. Il carico contabile residuo dell’attuale magazzino fiscale è formato, in larga parte, da quelli che, nel gergo bancario, verrebbero definiti come crediti «deteriorati» (non performing loans – NPL) e il cui valore di mercato, quindi, non è significativo. Ciò nonostante, «occorre comunque valutare la fattibilità di eventuali procedure di smobilizzo dei crediti».
Un’operazione di cartolarizzazione dei crediti in base alle attuali regole Eurostat – osserva Assonime – «genererebbe il rischio di impatti non positivi sul debito pubblico». Nelle tranche junior il rischio rimarrebbe per intero a carico dello Stato. «Maggiormente percorribile potrebbe apparire l’alternativa – in linea con quanto previsto a regime dall’art. 5 del d.lgs. 110/2024 – di affidare, mediante procedura di evidenza pubblica, a terzi, anche privati (selezionati nell’ambito di determinate categorie di soggetti qualificati), la gestione della riscossione dei crediti insoluti, suddivisi in lotti omogenei in base alle caratteristiche quali-quantitative del credito, del debitore e dello stadio del processo di recupero».
Vi sono però tre aspetti – ha concluso Trabucchi – da tenere in grande considerazione: occorre definire con precisione le modalità di riscossione per bilanciare le esigenze dell’erario con quelle di chi è incaricato della riscossione; è necessario un efficace monitoraggio; vanno tenute in debito conto le garanzie da mantenere in capo al contribuente.