Per la prima volta in 11 anni, il numero dei fallimenti delle aziende in Giappone nel 2024 ha superato quota 10mila, con le piccole e medie imprese che stanno affrontando gravi sfide poste dalla carenza di manodopera e dal progressivo aumento dei prezzi.
Secondo i dati della Tokyo Shoko Research – scrive ATS – i fallimenti che riguardano aziende con debiti di almeno 10 milioni di yen (63.000 euro) sono aumentati del 12,1% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 10.144.
Le società con meno di dieci dipendenti hanno rappresentato l’89,4% del totale, segnala la ricerca, in difficoltà principalmente per finanziare le proprie attività dopo la fine delle misure speciali introdotte durante la pandemia.
Le passività totali sono scese del 3,6% rispetto all’anno precedente, attestandosi a ¥ 2.370 miliardi.
Per quanto riguarda i comparti industriali, il settore dei servizi ha registrato il maggior numero di fallimenti, a quota 3.398, con un aumento del 12,2%, che rappresenta la quota più elevata dal 1989, prima dello scoppio della bolla finanziaria. Segue il settore delle costruzioni con 1.943 casi, pari a un aumento del 9,3%.