Fallimenti: +17,2% nel 2024, segnala l’Osservatorio Cerved

Aumento dei fallimenti e liquidazioni, ma anche un’impennata per gli strumenti di composizione della crisi: +170% nel 2023, +37,4% nel 2024

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Nuovi segnali di difficoltà per le imprese italiane con un aumento dei fallimenti e liquidazioni. Lo si evince dall’Osservatorio procedure e liquidazioni di Cerved, di cui riferisce un articolo di Repubblica. Nel 2024, i fallimenti sono aumentati del 17,2%, passando da 7.848 a 9.194 casi, concentrati al 30% nel Nord Ovest. La tendenza, iniziata a fine 2022, segue i minimi del 2020 dovuti alle moratorie Covid. Anche le liquidazioni in bonis sono salite del 12,7%, sfiorando le 120mila unità. Il boom è soprattutto per le novità introdotte dal luglio 2022 con la revisione del Codice della crisi.

L’intervento ha puntato sul riconoscimento tempestivo dello stress e sull’uso di strumenti di ristrutturazione per garantire la prosecuzione delle attività e il lavoro. Gli strumenti di composizione della crisi, come i procedimenti unitari e le misure cautelari, hanno registrato un’impennata: +170% nel 2023 e +37,4% nel 2024, con una distribuzione omogenea. Nonostante l’interesse, è presto per un bilancio completo. In valore assoluto, si tratta di 4.389 procedure, in aumento rispetto alle 3.194 dell’anno precedente. Nonostante la funzione protettiva, fallimenti e liquidazioni continuano a crescere. “La tendenza – ha commentato Serenella Monforte, responsabile analisi settoriali di Cerved – segnala anche una situazione critica che merita attenzione: teoricamente, infatti, il nuovo codice ha unito sotto il cappello unico dei “procedimenti unitari” l’apertura di qualsiasi procedimento, che poi può avere come esito anche una liquidazione giudiziale. A livello territoriale notiamo, però, che non è ancora univocamente riconosciuta questa prassi: probabilmente serve ancora tempo per andare pienamente a regime”.

L’Osservatorio Cerved evidenzia i settori più colpiti: la lavorazione dei metalli (+48% di fallimenti) soffre la volatilità dei prezzi, l’edilizia (+33%) la gestione del Superbonus, la ristorazione (+20%) il rincaro delle materie prime. La Lombardia, con il 16% delle imprese, è la regione più esposta. Solo energia e utility reggono, dopo il 2023 segnato da prezzi alti e fallimenti. Negli ultimi cinque anni, pandemia, bollette e tassi di interesse hanno pesato sulle imprese. Le più giovani, con meno di cinque anni, hanno visto aumentare i fallimenti dal 2% al 12%, dimostrando che esperienza e struttura sono cruciali per superare le tempeste economiche.