Crediti deteriorati delle banche, la discesa continua

Il rapporto mensile dell’Abi segnala un ulteriore calo, con le partite difficili scese a 30,2 miliardi a marzo, rispetto ai 30,5 miliardi di dicembre

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La discesa continua. Lo scorso febbraio i crediti deteriorati netti delle banche in Italia – cioè sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolate al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati – si sono attestati a € 30,2 miliardi, laddove nel settembre del 2024 erano pari a € 32,1 miliardi e a dicembre del 2023 a € 30,5 miliardi. Lo segnala l’Abi nel suo Rapporto mensile.

Rispetto al loro livello massimo, € 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, i crediti deteriorati netti sono in calo di 166 miliardi. Secondo l’associazione, a febbraio l’incidenza di questi crediti rappresenta l’1,46% dei crediti totali. A settembre 2024, lo stesso rapporto era all’1,54% (1,41% a dicembre 2023 e 9,8% nel 2015).

Dal rapporto dell’Abi si rileva inoltre che il rallentamento della crescita economica sta contribuendo a mantenere bassa la domanda di prestiti. Tuttavia, a marzo 2025, i prestiti a imprese e famiglie, per la prima volta da marzo 2023, non hanno registrato un tasso di variazione negativo, rimanendo invariati rispetto a un anno prima (-0,6% nel mese precedente). A febbraio 2025, i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,1%, mentre quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,7%.

Cresce invece ancora la raccolta su tutti i fronti. La raccolta indiretta – cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche – presenta un incremento di € 153 miliardi tra febbraio 2024 e febbraio 2025 (€ 49,0 miliardi famiglie, € 18,5 miliardi imprese e il restante agli altri settori: imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).

A marzo 2025, la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto a un anno prima del 4,0% (+6,3% nel mese precedente). I soli depositi, nelle varie forme, a marzo 2025 sono cresciuti dell’1,2% su base annua (+1,5% il mese precedente).