Il ricorso alla composizione negoziata della crisi potrà essere disposto anche per le imprese che superano determinate soglie dimensionali e che operano in settori strategici. È la novità introdotta da un disegno di legge sulla riforma dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese, approvato nelle scorse settimane dal Consiglio dei Ministri e su cui si sofferma Maurizio Irrera, ordinario di diritto commerciale sull’Università di Torino, in un articolo scritto su MF.
Si tratta – spiega Irrera – di «un’estensione significativa che trasforma uno strumento concepito inizialmente per le PMI in un meccanismo potenzialmente utile anche per la gestione di crisi complesse di rilevanza sistemica. Tra i criteri direttivi, spicca l’istituzione di una sezione speciale dell’elenco degli esperti, riservata a professionisti con competenze nella gestione delle crisi di grandi imprese o imprese strategiche. Inoltre, la commissione che provvede alla nomina dell’esperto includerà due membri designati direttamente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy».
È un mutamento di paradigma che attribuisce allo strumento una funzione sistemica. A novembre 2024, le istanze di composizione negoziata hanno superato quota 1.860, con un incremento del 57% rispetto all’anno precedente. Gli esiti favorevoli sono più che raddoppiati, passando da 83 a oltre 200, con un tasso medio di successo del 20,5%. Numeri incoraggianti, che confermano come lo strumento stia entrando stabilmente nella prassi.
Permangono tuttavia – sottolinea Irrera – segnali di criticità. Secondo l’Osservatorio Unioncamere, circa il 72% delle imprese ricorrenti «richiede misure protettive al momento dell’accesso, sintomo di una crisi già avanzata. La composizione negoziata è invece concepita per intervenire prima che la crisi diventi irreversibile. La carenza di assetti organizzativi adeguati e strumenti previsionali efficaci rappresenta un ostacolo ancora rilevante alla piena efficacia dell’istituto».
Quando fu introdotta, nel 2021, la composizione negoziata venne accolta con diffidenza. Le prime statistiche non sembravano confortanti e si temeva un uso strumentale dell’istituto, come anticamera del concordato semplificato. Tali timori, a oggi, non hanno trovato conferma. Le domande di concordato semplificato sono rimaste limitate e la giurisprudenza ha posto argini chiari al loro utilizzo improprio. Nel frattempo, la composizione negoziata si è dimostrata un «percorso autentico di risanamento per numerose imprese».