Congiuntura: in equilibrio l’anagrafe delle imprese nel primo trimestre 2025

Secondo l’analisi di Unioncamere il saldo tra imprese nate e cessate (-3.061) è in significativa riduzione rispetto allo stesso periodo del 2024 (-10.951)

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Se le liquidazioni giudiziali sono in aumento, come ha attestato nei giorni scorsi uno studio del Cribis, l’anagrafe delle imprese italiane rimane in equilibrio. Nel primo trimestre dell’anno, secondo l’analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere sulla base delle iscrizioni e cessazioni rilevate dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio, il saldo complessivo tra aperture e chiusure si è attestato a -3.061 imprese, pari a un tasso di variazione dello stock del -0,05%, il terzo dato meno negativo degli ultimi dieci anni.

Ne parla Teleborsa, facendo presente che rispetto allo stesso periodo del 2024, quando il saldo era stato di -10.951 unità, la dinamica della nati-mortalità segna un miglioramento, tenuto conto che il primo trimestre è tradizionalmente caratterizzato da una stagionalità negativa, causata dal consolidarsi nei primi mesi del nuovo anno delle chiusure pervenute a fine dicembre.

Questo apparente immobilismo – continua l’analisi – è tuttavia il frutto di «un sistema imprenditoriale che si conferma a doppia velocità». Le società di capitali continuano infatti a espandersi a ritmi molto elevati (+0,7%), segnalandosi come l’unica forma giuridica d’impresa a chiudere il trimestre con un saldo positivo (+13.358 unità). Continuano invece a contrarsi le imprese individuali (-11.597), le società di persone (-4.316) e le altre forme (sostanzialmente cooperative, -506 unità).

Dal punto di vista territoriale, è il Centro Italia l’unica macro-ripartizione con un saldo attivo alla fine del trimestre (+422 imprese), trainata in modo decisivo dal Lazio che, da solo, registra +1.657 imprese. Le altre aree geografiche rimangono in terreno negativo, ma con tassi di contrazione inferiori rispetto allo scorso anno.