Acciaio in crisi in Usa e Europa

Negli Stati Uniti è in discussione la vendita di Us Steel a Nippon Steel, mentre in Europa il settore continua ad operare grazie ad aiuti di stato per ben €11 miliardi

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Il settore siderurgico è in profonda crisi in tutto il mondo con difficili progetti di consolidamento pensati per ridurre i costi operativi delle società e affrontare meglio le sfide poste dalla transizione energetica. In Usa – ha riferito il Wall Street Journal – il colosso dell’acciaio statunitense U.S. Steel ha dichiarato che la società chiuderà le acciaierie e probabilmente sposterà la sede centrale da Pittsburgh se la vendita alla giapponese Nippon Steel dovesse fallire. I quasi 3 miliardi di dollari che la Nippon Steel si è impegnata a investire nei vecchi stabilimenti statunitensi saranno essenziali per mantenerli competitivi e preservare posti di lavoro. Il Ceo di U.S. Steel, David Burritt, ha dichiarato in un’intervista che se l’accordo fallisse si dovrebbe chiudere. Il fatto è che la politica rema contro. Le dichiarazioni di Burritt sono arrivate dopo che la candidata democratica alla presidenza Kamala Harris ha dichiarato lunedì che la U.S. Steel dovrebbe rimanere di proprietà e gestione statunitense. Posizione sostenuta anche dal presidente Biden, da Donald Trump, da diversi membri del Congresso e dal sindacato United Steelworkers: tutti schierati contro l’accordo di vendita da 14,1 miliardi di dollari.

La situazione non è migliore in Europa. Un lungo articolo de Il Sole 24 Ore riferisce che il settore siderurgico continua ad operare grazie ad aiuti pubblici per ben 11 miliardi di euro. Il calcolo l’ha fatto, per conto del quotidiano, l’ufficio studi di Siderweb.