Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha lanciato l’allarme sul crescente trasferimento dei rischi da parte delle banche. Nel suo rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria globale – riferisce Les Echos – l’istituto ha espresso preoccupazione per il ricorso sempre più massiccio al trasferimento sintetico del rischio (SRT). Il riferimento è a prodotti finanziari, in voga soprattutto in Europa, che consentono agli istituti di credito di scaricare sugli investitori il rischio associato ai loro portafogli di debito. Concretamente, in cambio di un certo rendimento chi si mette in contropartita delle banche si impegna a rimborsare parte delle perdite del portafoglio in caso di default. La banca libera capitale che le consente di investire altrove. Negli ultimi dieci anni, lo strumento avrebbe permesso alle banche di eliminare più di 100 miliardi di lire di rischio dai loro bilanci. Due terzi avrebbero coinvolto le banche europee, principalmente sotto forma di rischi legati ai prestiti alle piccole imprese. Le banche americane starebbero utilizzando il medesimo strumento per alleggerire le loro esposizioni sui prestiti al consumo e sui prestiti automobilistici.
Molto popolare in Europa dopo la crisi della finanza globale (2008) il mercato degli SRT è previsto in ulteriore significativa crescita. Dovrebbe raggiungere in Europa, nel 2024, la dimensione di $200 miliardi e triplicare i volumi negli Usa fino a superare i $50 miliardi.
Ma l’operazione non è priva di rischi per la stabilità finanziaria globale. Il FMI invita quindi le autorità di vigilanza a quantificare l’importo dei finanziamenti forniti dalle banche agli investitori, al fine di valutare i possibili effetti sistemici di queste operazioni. “Non penso che i vostri supervisori dispongano dei dati per rilevare l’impatto a livello di sistema in modo molto rigoroso. Questo deve essere possibile e questo è ciò che chiediamo”, spiega al Financial Times Tobias Adrian, direttore del dipartimento dei mercati monetari e dei capitali dell’ FMI.
Nel suo rapporto il Fondo monetario internazionale ritiene inoltre che gli SRT potrebbero attivare indesiderati “feedback negativi” in tempi di crisi. Questi prodotti finanziari potrebbero mascherare la reale resilienza dei finanziatori tradizionali, poiché migliorano i cuscinetti di sicurezza di una banca lasciando però invariato il livello di capitale complessivo.
Resta il fatto che i rendimenti – che vanno dall’8% al 12% – hanno attratto finora molti investitori specialisti come AXA IM, Chenavari, Chorus Capital, ArrowMark o CRC, ed ora il mercato sta ora lasciando il posto a nuovi entranti, colossi come Blackstone, BlackRock e Pimco