Entro fine mese Amco, la controllata del Tesoro attiva nella gestione dei crediti deteriorati, dovrebbe ricevere le offerte vincolanti per il progetto Mambo. Nel mirino c’è un ampio stock di posizioni per il quale la società sta valutando opzioni diverse, dalla cessione in blocco al cambio della procedura di gestione. Per gli investitori specializzati (sul mercato circolano i nomi di Christofferson Robb & Company o Crc, Fortress, Bayview e altri) il piatto è ricco soprattutto in momento in cui il volume di transazioni nel settore è drasticamente diminuito rispetto agli anni scorsi. Per importo, il progetto Mambo è uno dei più significativi lanciati finora dalla nuova gestione di Amco.
La vicenda della società oggi guidata dal ceo Andrea Munari – ricorda il giornale – parte da lontano con il salvataggio del Banco di Napoli e il graduale processo di recupero delle esposizioni deteriorate dell’istituto. Il cambio di passo è arrivato però nel 2017 con la messa in sicurezza delle banche venete e la partecipazione a diverse operazioni di sistema. Amco è infatti intervenuta in numerosi salvataggi, da quello di Carige a quello di Mps fino a quello della Popolare di Bari. Negli ultimi due anni però la società ha cambiato di nuovo strategia, interrompendo l’acquisto massivo di portafogli e concentrandosi invece sulla gestione degli stock ereditati dal passato. A fine 2023, dopo un esame condotto con l’ausilio dell’advisor Oliver Wyman, sono state strette le maglie dei parametri di valutazione dell’attivo con l’emersione in bilancio di rettifiche per 523 milioni. In base agli obiettivi del nuovo piano al 2028 il management punta a snellire la società, con masse in gestione previste in calo a 32,3 miliardi al 2026 e a 28,5 miliardi al 2028. Con un modello capital light Amco non emetterà nuovo debito, azzererà il debito finanziario e libererà capitale.
Il progetto Mambo rientra in questa strategia che mira a rifocalizzare Amco sulla gestione per ridurre gradualmente le masse anche con l’ausilio di cessioni e di alleanze con operatori specializzati.
Le conseguenze di questo cambio di strategie già si sono fate vedere anche sul rating. Fitch ha migliorato la valutazione dell’outlook di Amco da “Stabile” a “Positivo”, mantenendo il rating di lungo termine a “BBB” e quello di breve termine a “F2.” Questo aggiornamento, allineato al rating della Repubblica Italiana, riflette la solida posizione di capitale di Amco e il suo ruolo centrale nella gestione degli NPE in Italia. C’è insomma fiducia nelle capacità di Amco di operare efficacemente nel contesto economico attuale e di mantenere un’operatività stabile e solida nel lungo termine.