Andrea Giovannelli di Hoist Finance: “Diamo ai servicer libero accesso alle banche dati pubbliche”

Il country manager per l'Italia della banca svedese, ascoltato in una recente audizione alla Camera, ha chiesto di fornire accesso libero ai servicer a banche dati pubblici, come l'Anagrafe nazionale della popolazione residente, per accelerare i tempi di gestione di un credito e ha inoltre invocato una riduzione dei tempi delle procedure esecutive

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Andrea Giovanelli, country manager in Italia di Hoist Finance

Il mercato degli NPL in Italia attira principalmente capitali esteri, con 360 miliardi di attivi nominali acquistati quasi esclusivamente da investitori stranieri. Lo ha sottolineato Andrea Giovannelli country manager per l’Italia della banca svedese Hoist Finance, tra i principali operatori europei del settore NPL in una recente audizione alla Camera, in Commissione Finanze, dove è stato ascoltato sul tema della gestione e recupero dei crediti deteriorati insieme ad altri ‘addetti ai lavori’.

Giovannelli ha evidenziato come il nostro Paese sia un mercato cruciale e molto competitivo per gli investitori grazie alla sua grandezza, liquidità e per le regolamentazioni efficaci. Le uniche statistiche pubbliche disponibili su questo tema – ha aggiunto – provengono dalle società di rating che valutano le cartolarizzazioni degli investimenti in NPL, come Dbrs e Scope ratings.

“Dal 2017 al 2022 – ha proseguito – ci sono stati circa di 130 miliardi di euro di cartolarizzazioni. Il 48% delle quali ha performance in linea con il business plan o con con dati superiori al business plan iniziale. Il rimanente 52% invece, performa con dati inferiori a quelli previsti inizialmente. Questo è un dato interessante perché siamo esattamente a metà, cioè metà delle operazioni sono in linea o sono un po’ sopra il business plan, mentre l’altra metà e inferiore, che è esattamente quello che ci si aspetta da un mercato molto competitivo dove i prezzi si sono ormai da tempo allineati alla soglia di differenza”.

Secondo Giovanelli per essere competitivi, gli investitori si stanno specializzando nella gestione di una sola asset class, una tendenza in cui l’Italia è più progredita rispetto a mercati simili come Grecia e Spagna. La specializzazione, a suo dire, migliora la capacità di gestire i crediti e di estrarne valore, permettendo di offrire prezzi più competitivi ai venditori. Gli operatori preferiscono accordi amichevoli con i debitori piuttosto che procedure giudiziarie costose e lunghe, puntando a risultati efficienti e rapidi. Per riuscire appunto ad essere efficaci, secondo il country manager bisogna specializzarsi in una singola asset class e saper interagire al meglio con debitori diversi, come quelli retail con mutui prima casa o piccoli debiti al consumo, fino ai debitori corporate. La specializzazione facilita una comunicazione adeguata con ciascun tipo di debitore, evitando il ricorso alle soluzioni giudiziarie.

Libero accesso alle banche dati per i servicer

Quindi Giovannelli, nel corso della propria audizione alla Camera ha avanzato alcune proposte per il settore NPL: anzitutto dare accesso agli attuali servicer a banche dati con “informazioni per noi preziose, in qualche modo pubbliche, ma che aiutano a contenere i tempi necessari per la gestione di un credito, quantomeno per contattare il debitore”. Ad esempio l’Anagrafe nazionale unica (della popolazione residente, ndr). “Quanto prima riusciamo a usare informazioni tanto più velocemente possiamo metterci d’accordo con il debitore e tanto prima il debitore rientra nel circuito normale del credito”.

Poi il manager ha invocato una riduzione dei tempi delle procedure esecutive, sottolineando come sussita un rapporto inverso tra i tempi della giustizia nell’esecuzione di un credito e i prezzi che gli investitori riconoscono alle banche. “Quando un investitore compra un credito ha un’aspettativa di recupero che è data da quello che gli consente di fare il sistema in cui si muove. In Italia mediamente i tempi medi di recupero di un credito sono di quattro anni. In Francia un anno e mezzo. Quando un investitore fa una proposta su un credito, le banche italiane devono scontare il costo del capitale per quattro anni e mezzo”. Questa differenza di prezzo, a parità di qualità del credito, secondo Giovannelli, influisce sulle banche italiane che riflettono questo maggior costo nei loro modelli di credito interni. Di conseguenza, i maggiori costi degli NPL si trasmettono all’intero sistema economico italiano, influenzando gli interessi richiesti ai clienti per mutui e prestiti.

Cos’è Hoist Finance

Si tratta di una banca svedese, quotata alla borsa di Stoccolma, con filiali in 13 paesi europei, entrata nel mercato italiano nel 2011. In Italia, con un totale di 14,5 miliardi di crediti in gestione, ha chiuso il 2023 con un ritorno sul capitale (roe) del 18%. Si è specializzata nei crediti delle piccole e medie imprese e dei privati. Nel 2014 ha acquisito TRC Spa, società che si occupa dell’acquisto e gestione di portafogli NPL e nel 2018 Maran Spa, società di servicing, ampliando la propria offerta a banche e istituti finanziari. Ad oggi ha circa 400 dipendenti in Italia e sedi a Roma, Lecce e Spoleto.