Dal mondo degli avvocati di Milano arriva la prima «Carta dei Principi» dedicata all’uso responsabile dell’intelligenza artificiale in ambito forense. Ne hanno parlato Antonio La Lumia, Giuseppe Vaciago e Oreste Pollicino, dell’Ordine degli avvocati di Milano, in un intervento ospitato da Il Sole 24 Ore.
L’iL’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando in profondità processi, professioni e relazioni sociali anche nel mondo del diritto. In questo contesto – hanno ricordato i tre avvocati – è stato costituito a inizio 2023 il «Tavolo giustizia e intelligenza artificiale» dell’Ordine degli avvocati di Milano, con l’intento di fornire un orientamento concreto sull’uso delle nuove tecnologie nel settore legale. Da questa prima fase di sperimentazione è nato il progetto Horos (in greco: «confine»), iniziativa che si ispira a tre linee direttrici:
- Tracciare i confini per un approccio etico all’intelligenza artificiale;
- Costruire progetti di alfabetizzazione in materia dedicati all’avvocatura, come previsto anche dal recente Ddl governativo;
- Realizzare una mappatura di tutte le soluzioni sul mercato rivolte al mondo forense, così da avere un occhio vigile su un settore in continua crescita.
In questo contesto è nata appunto la «Carta dei Principi», che potrebbe fare da apripista per altre realtà in Italia. Il regolamento UE sull’AI – se riserva un’attenzione specifica ai sistemi destinati alle autorità giudiziarie per gestire le controversie civili, penali e amministrative – non prevede esplicitamente un quadro normativo per gli strumenti utilizzati dagli avvocati, nonostante il potenziale ruolo significativo sulle modalità di lavoro della professione legale e la conseguente incidenza sui cittadini. «In questo scenario – sottolinea l’articolo – si iscrive l’intento dell’Ordine degli avvocati di Milano: come giuristi, siamo chiamati a essere pionieri. Non possiamo solo adattarci passivamente all’evoluzione tecnologica o, peggio, a rinnegarla: il nostro compito, a maggior ragione come istituzione, è tracciare un solco condiviso di regole e valori che garantisca l’uso responsabile dell’AI».
La «Carta», sviluppata con l’obiettivo di preservare i valori fondamentali della professione, integra i concetti di trasparenza e responsabilità, mettendo al centro la decisione umana nel rispetto della privacy e del segreto professionale.
Nasce, quindi, come «strumento fondamentale per preservare l’indipendenza e la fiducia, facendo sì che l’AI sia al servizio della Giustizia e non dell’efficienza condizionata da mere logiche di automazione: non solo interviene per mettere ordine nell’interazione tra diritto e tecnologia, ma funge anche da manifesto di impegno per un’avvocatura tecnologicamente avanzata e rispettosa della dignità umana».
Uno degli elementi centrali del progetto Horos è la trasparenza, come richiesto dall’articolo 50 del regolamento europeo. Tuttavia, non si può essere trasparenti senza una conoscenza approfondita del funzionamento degli strumenti tecnici: per raggiungere questo obiettivo, l’Ordine di Milano ha intrapreso un iter formativo caratterizzato da un approccio pratico, che ha consentito agli avvocati di testare diversi tool di intelligenza artificiale in un ambiente protetto. Questa sperimentazione ha permesso di valutare l’efficacia e la conformità degli strumenti alle normative vigenti, creando un ponte tra competenza tecnologica e pratica forense.
Il passaggio successivo sarà quello dell’analisi e della validazione dei sistemi generativi di AI disponibili sul mercato: attraverso un rigoroso processo di verifica, l’Ordine intende identificare quelli che meglio rispondono ai requisiti di compliance, in particolare in materia di privacy e copyright.