La solidità patrimoniale delle imprese e la loro liquidità abbondante ha portato “all’andamento moderato – finora almeno – dei crediti non-performing” delle banche. Lo ha detto il direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, intervenendo alla giornata del credito.
“L’impatto del cambiamento della stance monetaria”, cioè dell’orientamento della politica monetaria della Bce, “è stato meno drastico di quello che ci si sarebbe potuti attendere sulla base dell’esperienza storica” ha sottolineato. La restrizione monetaria ha determinato un rapido aumento dei tassi di interesse e un brusco rallentamento del credito alle società non finanziarie; la variazione è divenuta negativa nel dicembre del 2022, ed era pari a -3,2 per cento nel luglio scorso. L’andamento del credito ha riflesso principalmente l’indebolimento della domanda, per effetto degli elevati tassi di interesse, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e del maggior ricorso all’autofinanziamento. Per Signorini, “la liquidità delle imprese, seppure inferiore al picco della pandemia, rimane tuttora piuttosto elevata: era pari a circa il 25 per cento del Pil nel primo trimestre dell’anno, 3 punti percentuali in più rispetto alla fine del 2019”.