Banca d’Italia commissaria Banca Progetto

Perdite non contabilizzate e prestiti ad alto rischio: Via Nazionale scioglie il CdA e nomina i commissari straordinari

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La Banca d’Italia ha disposto lo scioglimento degli organi amministrativi di Banca Progetto, disponendo il commissariamento dell’istituto. Via Nazionale ha nominato commissari straordinari Lodovico Mazzolin e Livia Casale. Nicola Marotta è stato nominato Presidente del Comitato di sorveglianza, insieme agli altri componenti del medesimo organismo: Domenico Posca e Francesco De Santis.

Nei giorni scorsi, Andrea Varese, ex banker di Unicredit, aveva preso il posto di Paolo Fiorentino nel ruolo di AD della banca, da tempo sotto la lente della Vigilanza.

La Banca d’Italia – spiega Il Corriere della Sera, riferendo delle carte ispettive – ha scoperto numeri in picchiata: oltre 110 milioni di euro di maggiori perdite non contabilizzate e due parametri sui crediti deteriorati ormai sotto la soglia minima prevista dai regolamenti.

Peraltro, le ispezioni svolte nel novembre 2021 e febbraio 2022 si erano concluse con un giudizio «parzialmente sfavorevole», una sanzione di 100.000 euro, cui si erano aggiunte successive censure ai «ritardi e rallentamenti nell’effettiva implementazione delle attività rimediali», nonché «dubbi sulla completezza e l’idoneità degli interventi realizzati».

Nell’ottobre 2024, dopo l’avvio dell’amministrazione giudiziale dell’istituto, un team ispettivo di Via Nazionale aveva avviato una nuova indagine, da cui era uscita confermata – sottolinea il giornale – «la disinvoltura nell’elargire prestiti (persino a imprenditori nell’orbita di ’ndrangheta per almeno 10 milioni) assistiti, in caso di non restituzione, dalla garanzia pubblica del ‘tanto paga Pantalone’, cioè del Mediocredito Centrale a sostegno di piccole e medie imprese».

In dettaglio, le analisi degli ispettori «hanno evidenziato una marcata sottostima del rischio del portafoglio prestiti», perché il NPL ratio «è salito al 17% contro l’11,2%» del 30 settembre 2024. Ne sono derivate gravi perdite patrimoniali non ancora contabilizzate dall’azienda: al 31 dicembre 2024, i fondi propri scendono da 296,4 milioni di euro a 188 milioni, al netto degli effetti fiscali, e il TCR (cioè il rapporto tra il capitale totale della banca e gli attivi ponderati per il rischio) si è ridotto «dal 13,9% al 9,3%, inferiore al livello minimo (10,10%) imposto dalla Vigilanza», con «anche il coefficiente di leva sotto la soglia normativa (1,9% invece del 3%)».

In generale, la Banca d’Italia ha riscontrato in Banca Progetto un «modello di crescita non prudente, ispirato a un accentuato sviluppo dei volumi senza sostanziali adeguamenti dei presidi», promosso dall’ex AD Fiorentino, «che ha minimizzato la portata del deterioramento della qualità dell’attivo sulla scorta della copertura assicurata dalle garanzie pubbliche», anche grazie alla «insoddisfacente azione del CdA, che lo ha sempre acriticamente avallato», e alla «largamente carente azione di sorveglianza del Collegio sindacale».